Otto mesi di carcere.

Questa la condanna inflitta a Ursula Haverbeck, 88enne tedesca, "rea" di aver negato i campi di concentramento.

La notizia ha fatto scalpore sulla stampa locale, che ha ribattezzato l'anziana "la nonna nazista".

A innescare la vicenda giudiziaria è stata una lettera, che la donna ha scritto al sindaco della sua città, Detmold, nella quale ha affermato che è "chiaramente riconoscibile" il fatto che Auschwitz non fu un lager per lo sterminio degli ebrei, bensì un semplice "campo di lavoro".

Il primo cittadino aveva trasmesso la missiva alla polizia che aveva a sua volta portato il caso all'attenzione della locale procura.

La Haverbeck era dunque finita sotto processo con l'accusa di negazionismo.

Oggi la sentenza.

Non la prima: in passato alla Haverbeck erano stati comminati 10 mesi per lo stesso reato.
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