Ricerca, studio e attrazione turistica visitabile sino al 16 settembre: è una formula innovativa quella proposta dall'edizione 2016 del "Bisarcio Project" i lavori della campagna di scavo nell'importante sito di Bisarcio, grazie alla collaborazione tra l'Università di Sassari e l'amministrazione Comunale di Ozieri, che ha appena firmato con il Dipartimento di Storia un protocollo d'intesa di collaborazione, sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza archeologica per le province di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro. I nuovi scavi intendono approfondire la storia medievale di un sito abitato in maniera continuativa già dal periodo pre-nuragico.

Le ricerche nel cimitero medievale hanno restituito sepolture dalle caratteristiche particolari e rare. Adesso si punta a fare luce sulle condizioni di salute, le patologie, l'alimentazione e le attività lavorative della popolazione del vicino villaggio medievale. Gli scavi sono diretti da Marco Milanese (Direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'ateneo sassarese) e coordinati dagli archeologi medievalisti Alessandra Deiana e Maria Chiara Deriu, da Giovanni Frau (Direttore del Museo Archeologico di Ozieri) e dall'antropologa Anna Bini. Fanno parte strutturale del gruppo di ricerca, oltre 25 studenti provenienti non solo dall'Università di Sassari ma anche da quelle di Bologna, Pisa e Firenze. L'équipe è ospitata nei locali adiacenti alla Basilica di Sant'Antioco. Tutta l'area, scavi compresi, è attrezzata per le visite, che potranno essere effettuate dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 12 fino al 16 settembre.
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