Olii sintetici, miscele bituminose con catrame, scorie di cemento e mattoni: 70 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e altamente inquinanti interrati a tre metri di profondità in un'area di 16 mila metri quadrati davanti allo stabilimento della Sanac, nel porto industriale di Macchiareddu.

Li hanno trovati dopo una lunga indagine i militari delle Fiamme gialle del Reparto operativo aeronavale di Cagliari che hanno sequestrato l'area su ordine del pm della procura di Cagliari Marco Cocco.

Tre persone sono indagate: si tratta del direttore pro tempore dello stabilimento Sanac e due operatori che hanno eseguito i lavori

Il provvedimento è stato già convalidato dal Gip.

Le indagini dei militari sono partite lo scorso anno con un primo controllo e una serie di carotaggi, alcuni a novembre del 2015 per accertare possibili contaminazioni del territorio derivanti da scarti di lavorazione, come oli e altre sostanze nocive pericolose abilmente occultate nel sottosuolo, non smaltite secondo le normative.

Con danni potenzialmente enormi al sito di importanza comunitaria dove soggiornano fenicotteri e altre specie rare.

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