La galleria di Porto Flavia diventerà patrimonio comunale.

Il progetto - che dovrà essere formalizzato con i passaggi burocratici successivi al momento in cui la proposta sarà sottoposta al voto del Consiglio comunale - prevede che l'amministrazione acquisisca il sito con vista mozzafiato sulla costa di Masua (la frazione costiera di Iglesias), a costo zero dall'Igea, la società mineraria controllata dalla Regione.

Ma l'entusiasmo dell'amministrazione di centrosinistra al governo della città si scontra con la cautela della minoranza.

Se, da una parte, Simone Franceschi - vice sindaco e assessore al Turismo - parla di "un progetto storico che, una volta portato a termine, ci consentirà di valorizzare al meglio un sito già di grande richiamo turistico, nonché investire direttamente le risorse derivanti dall'incasso dei biglietti"; dall'altra ci sono le perplessità dei gruppi di opposizione.

Gian Marco Eltrudis, capogruppo di "Piazza Sella" e presidente della commissione Bilancio, azzarda una similitudine con la vicenda "Casa Serena": anche l'istituto di riposo per anziani era stato acquisito praticamente a costo zero, ma tutti gli oneri della gestione sono stati caricati sul Comune.

"Anche in quel caso eravamo convinti di produrre benefici alla collettività - dice Eltrudis - invece siamo stati lasciati soli e costretti a investire nostre risorse senza ottenere gli effetti auspicati".

Per questo invita alla cautela: "Dal punto di vista della valorizzazione turistica è fondamentale acquisire il patrimonio, non solo Porto Flavia, ma bisogna valutare attentamente una serie di aspetti per non trovarci impreparati dopo".

I passaggi, nello specifico, sono tre: pretendere dalla Regione un impegno scritto sulle risorse, da erogare alla società Igea, per garantire le manutenzioni ordinaria e straordinaria del sito; chiarire l'aspetto legato ai vincoli legati al Sin, sito di interesse nazionale; e, non da ultimo, certificare il ruolo centrale dell'amministrazione comunale nel processo gestionale. "Importante la collaborazione con il Parco Geominerario, purché non tolga la regia al Comune".

Vito Didaci (Misto) è ancora più scettico: "Non per il progetto in sé, ma perché mancano quelle garanzie che possano mettere al riparo dai rischi. Già le condizioni in cui si trova il sito, strade comprese, non sono in sicurezza e non è pensabile che la Regione non intervenga prima che noi ne entriamo in possesso".

La discussione è appena iniziata e - una volta che il Consiglio comunale avrà dato il via libera alla proposta - partirà il confronto vero e proprio e la formalizzazione dell'acquisizione. "Vogliamo coinvolgere anche i cittadini con assemblee pubbliche - assicura l'assessore Franceschi - questo che stiamo seguendo mi sembra il percorso più vantaggioso possibile, ai fini della valorizzazione turistica e di una corretta gestione delle risorse: resta fermo il fatto che la Regione deve garantire le manutenzioni, come pure quello sulla centralità del ruolo del Comune nella gestione, pur in stretta collaborazione con il Parco geominerario". La nuova fase di Porto Flavia, in ogni caso, inizierebbe dopo l'estate: sino alla fine di settembre l'apertura del sito sarà garantita con le modalità attuali. L'anno scorso l'incasso della vendita dei biglietti per le visite turistiche - curate in collaborazione tra Comune, Igea e Parco Geominerario - è stato di circa 170 mila euro. Ma il Comune ha dovuto restituirne parte alla società mineraria.
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