"Mi sono allontanato perché volevo morire".

Sono le parole pronunciate, durante l'udienza di convalida dell'arresto, da Emanuele Secci, il militare di 36 anni accusato di omicidio colposo per la morte di due donne sulla quattro corsie Sassari-Alghero avvenuta giovedì scorso,

"L'unica cosa a cui penso - ha proseguito Secci - è la bambina che tenevo in braccio ed è una scena che avevo vissuto tante volte nel corso delle cinque missioni (due in Kosovo e tre in Afghanistan) che mi sono costate mesi di incubi. Ho rivissuto dopo anni lo stesso orrore che pensavo di aver finalmente dimenticato. Ho consegnato la piccola a una signora che è arrivata poco dopo, poi non ho capito più nulla".

Per Emanuele Secci niente domiciliari, come aveva chiesto il Pm. solo l'obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria.

Il militare di 36 anni accusato di omicidio colposo per la morte di due donne sulla quattro corsie Sassari-Alghero avvenuta giovedì scorso, dovrà firmare nella caserma dei carabinieri di Olmedo il martedì e il venerdì tra le 17 e le 19, per il resto è un uomo libero.

L'uomo da ieri è stato dimesso dall'ospedale e stamattina si è presentato in Tribunale per la convalida dell'arresto davanti al giudice delle indagini preliminari, Antonello Spano, accompagnato dagli avvocati di fiducia Andrea Delias e Edoardo Morette.

Il caporalmaggiore della Brigata Sassari ha resto delle dichiarazioni spontanee su quello che si ricordava del terribile incidente, quando la sua Renault Scenic è piombata addosso alla Chevrolet Matiz in panne, ferma sulla strada, provocando la morte di due donne Monica Rita Azzu, 48 anni e Luisa Mulargia di 72, entrambe di Sassari e ferendone altre tre tra cui una bimba di cinque anni.

Stamattina nell'Istituto di patologia forense di Rizzeddu sono state eseguite le autopsie sui corpi che verranno restituiti alle famiglie per i funerali previsti domani alle 16 nella chiesa di Santa Maria di Betlem.
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