Un sedicenne legato al diciottenne Ali Somboly, il tedesco-iraniano che a Monaco ha ucciso nove persone prima di suicidarsi, è stato fermato nella città bavarese.

Avrebbe avuto un ruolo nell'organizzazione della trappola che ha portato numerosi ragazzi nel McDonald's. Sarebbe stato lui a postare su Facebook una falsa notizia secondo la quale nel fast food sarebbero stati offerti dei menu gratis, inoltre i due avrebbero avuto una conversazione su WhatsApp, che ora è al vaglio della scientifica.

La polizia ha spiegato che un commando delle forze speciali è entrato nel suo appartamento nella zona di Laim su ordine della procura.

Il giovane si era presentato alla polizia subito dopo la sparatoria ed era stato interrogato sui suoi rapporti con l'assalitore, ma dal proseguire delle indagini sarebbero venute fuori oggi delle contraddizioni nelle sue dichiarazioni.

I due, ha rivelato la Bild, si erano conosciuti nel reparto psichiatrico di Harlaching dove erano stati in cura.

Dopo essere stato ascoltato, il giovane è stato rilasciato.

ATTENTATO PIANIFICATO DA UN ANNO - Intanto dalle indagini e dall'esame dei file del suo computer è emerso che Somboly si preparava da un anno a compiere l'attacco. Non solo: le sue vittime sono state scelte a caso.

Lo ha dichiarato uno degli investigatori, Robert Heimberger, confermando che un anno fa il 18enne visitò i luoghi della strage di Winnenden. Il ragazzo, ha precisato, ha scritto "un manifesto" che è in corso di analisi.

RICONOSCIUTO DAL PADRE - Il padre del 18enne tedesco-iraniano riconobbe il figlio nei primi video circolati su internet e avvertì la polizia, ha aggiunto Heimberger, spiegando che il genitore si era presentato in un commissariato di polizia per comunicare i propri sospetti.

In particolare il video in cui l'uomo ha riconosciuto il figlio è quello in cui si vede il giovane uscire dal McDonald's in zona Olympia e cominciare a sparare sui passanti.

I genitori del killer sono ancora scioccati e finora la polizia non ha potuto interrogarli; confermata intanto l'autenticità dell'altro video molto diffuso in rete, quello del botta e risposta fra il killer che si trova su un parcheggio sul tetto e un residente in un palazzo di fronte.

Secondo quanto è emerso dalle indagini quel video è stato registrato nella parte finale dell'attacco e dopo quel dialogo non sono state registrate altre vittime. Nel filmato, il giovane parlando con il residente del palazzo di fronte dice di essere tedesco e di abitare in un quartiere dello Hartz IV, un particolare tipo di sussidi statali sociali. "Per voi ho subìto bullismo per sette anni, ho dovuto comprarmi un'arma e uccidere tutti", dice nella registrazione.
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