"Prima non sapevo nemmeno inviare un sms, ora sono autonomo nell'utilizzo del computer. Ogni istante passato in cella accresce il desiderio di sentirsi utili, e quest'opportunità ci ha dato speranza. Mi si sono aperte tante porte per quando uscirò".

Venti detenuti coinvolti più uno in esecuzione penale esterna, oltre 60mila documenti digitalizzati in pochi mesi e, soprattutto, la consapevolezza di aver intrapreso un valido percorso rieducativo, un punto di svolta che rappresenta l'opportunità di un nuovo inizio.

Da luglio dello scorso anno, grazie a un importante finanziamento della Ras e della Fondazione di Sardegna, il progetto Isola Digitale 2.0 sviluppato dalla Cooperativa sociale DigitAbile di Oristano in collaborazione con il Carcere di Bancali e con l'Uepe, ha promosso il reinserimento sociale di un gruppo di lavoro.

I primi quattro detenuti hanno lavorato al riordino alla digitalizzazione ottica dell'Archivio della casa circondariale di Bachiddu.

Altri 16 invece hanno digitalizzato una parte dell'archivio del dismesso carcere di San Sebastiano e un ventunesimo, beneficiario dell'Uepe, sta svolgendo attività di riordino di un archivio della cooperativa in modalità di telelavoro.

Prelevati dai faldoni degli scaffali polverosi, i documenti hanno acquisito l'aspetto di file digitali con grande entusiasmo da parte dei reclusi per via dell'efficacia che ne scaturisce sull'azione amministrativa: una richiesta digitale può ottenere risposte in tempi decisamente più veloci e, ogni minuto trascorso nell'isolamento della cella, amplifica a dismisura il disagio dell'attesa.

Alla conferenza stampa di stamane nella sede della Fondazione sono intervenuti Giorgio Oggianu, presidente della Cooperativa sociale DigitAbile di Oristano, che ha sviluppato il progetto, Ilenia Troffa, educatrice e referente per l'area trattamentale del carcere, Simonetta Sanna, vice presidente della Fondazione di Sardegna e Angelo Ammirati, già direttore dell'Archivio di Stato di Sassari.

"I detenuti hanno imparato che si può credere nelle proprie capacità e in se stessi quali artefici delle proprie scelte - ha spiegato Giorgio Oggianu -. Il progetto ha garantito ai partecipanti diversi vantaggi: oltre ad aver percepito uno stipendio, hanno potuto studiare e lavorare".

La fase di formazione ha permesso a tutti di conseguire della patente europea di computer e, inoltre, l'apprendimento delle tecniche di archiviazione grazie alle lezioni di Angelo Ammirati. Da quest'esperienza nasce il libro "Isola Digitale" realizzato dai detenuti, che riporta i vissuti personali dei protagonisti, le loro sensazioni, le relazioni sulle attività svolte e le tempistiche di intervento Isola Digitale è un esempio di sperimentazione di un intervento dinamico, ripetibile e trasferibile, in grado di promuovere l'occupabilità delle persone coinvolte nella valorizzazione digitale degli archivi delle amministrazioni pubbliche.
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