Non ricorda nulla di quel terribile incidente, ma Emanuele Secci ha chiesto della bambina, voleva sapere delle condizioni di salute di quella piccolina di cinque anni che, subito dopo l'incidente, aveva tenuto in braccio per qualche minuto, prima di sparire tra le campagne.

Il caporalmaggiore della Brigata Sassari che giovedì scorso sulla quattro corsie è piombato con la sua Renault Scenic su un'auto in panne provocando la morte di due donne, è ancora sotto choc e in stato confusionale, ricoverato nel reparto di Medicina d'urgenza del Santissima Annunziata di Sassari, in stato di detenzione per omicidio colposo con l'aggravante dell'omissione di soccorso. I suoi avvocati, Andrea Delias e Edoardo Morette, sono andati a trovarlo questa mattina e si sono resi conto di avere davanti un uomo distrutto, piegato dal dolore e dal rimorso.

Il resoconto di quel maledetto pomeriggio, tra gli articoli di giornale e il verbale delle forze dell'ordine, gli è ben chiaro.

Una tragedia quella che si è consumata al 19° chilometro della Sassari-Alghero, quando all'altezza dell'uscita per Olmedo, la monovolume del militare è andata addosso alla Chevrolet Matiz ferma sulla strada per un guasto, con a bordo un equipaggio tutto al femminile, quattro adulte e una bimba di cinque anni, dirette al mare.

Monica Rita Azzu, 48 anni e Luisa Mulargia, di 72, entrambe di Sassari, erano morte sul colpo. Paolina Mandas, la mamma della vittima più giovane, Roberta Savasta e la sua bambina di 5 anni, invece, erano rimaste ferite.

Sono tuttora ricoverate all'ospedale Santissima Annunziata di Sassari, ma non sarebbero in pericolo di vita.

L'udienza di convalida è stata fissata per le 9.30 di lunedì, in ospedale, mentre nello stesso giorno è previsto l'esame autoptico sui corpi delle due vittime, disposto dal sostituto procuratore del Tribunale di Sassari, Corinna Carrara, per chiarire le cause della morte e ricostruire con precisione la dinamica dell'incidente.
© Riproduzione riservata