Dopo una lotta durata due giorni, finalmente spento l'incendio che ha bruciato e devastato i boschi di san Pietro e Bellicai, nei monti alle spalle di Nebida, la piccola frazione di Iglesias a pochi chilometri dalla spiaggia di Masua.

Dopo il terribile pomeriggio di ieri, con la macchina antincendio schierata in forze con le squadre a terra (Corpo Forestale, Vigili del fuoco e volontari della protezione civile) e dal cielo con due elicotteri e due Canadair, le operazioni di spegnimento sono proseguite ancora per tutta la giornata.

Una lotta senza tregua per cercare di aver ragione di un incendio considerato «indomabile» perché continuamente alimentato dalle raffiche di maestrale.

In cenere centinaia di ettari di bosco.

«Le fiamme provocate dalla scintilla di una smerigliatrice?». Ne erano convinti i nebidesi che avevano puntato il dito contro i lavori di abbattimento di un vecchio serbatoio pensile di cemento.

Ipotesi ora al vaglio della squadra investigativa dell'Ispettorato del Corpo Forestale di Iglesias dopo un sopralluogo all'interno del cantiere.

Ma nel Sulcis è ormai quotidiana emergenza incendi.

«Il sud-ovest sardo brucia ogni giorno, ma la Regione rafforza la flotta antincendio con un super elicottero che ha base a Fenosu, quasi volesse tutelare la Costa Smeralda, mentre qui va tutto in fumo per colpa di una macchina regionale antincendio inadeguata e inefficiente» denuncia il consigliere regionale Udc, Gigi Rubiu, che ha presentato un'interpellanza urgente alla Giunta Pigliaru.
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