Per 60 anni non ha versato un centesimo di tasse e ora il tribunale di Torino gli ha confiscato 121 milioni di euro.

Lui, Giovanni Perona, 91 anni, ex imprenditore incensurato, dice di aver "sempre denunciato i redditi", spiega uno dei suoi avvocati, Mario Garavoglia, il quale aggiunge: "Ha anche pagato i condoni e fatto rientrare fondi con lo scudo fiscale. Ma era denaro guadagnato in modo lecito all’estero".

Eppure i giudici non la pensano così, tanto che hanno ricostruito la vita dell'anziano a partire dal 1943, anno in cui era morto il fratello e Perona aveva affiancato il padre nella gestione di una società di autotrasporti, poi ne aveva fondato una sua nel settore dell'edilizia residenziale.

La vita lavorativa era proseguita con altri lavori, fino alla gestione di una delle più grandi miniere d'Europa, e ancora il trasferimento a Goa (India), e i guadagni sempre più alti.

Per "schermarli" aveva chiesto l'aiuto del Vaticano, dei Salesiani e dei Gesuiti, e aveva trasferito il denaro in Svizzera, secondo i giudici "previa tangente del 40 per cento".

Nel 2003 e nel 2009, infine, l'opportunità dello scudo fiscale, sfruttato per oltre 62 milioni di euro, soldi che sarebbero stati investiti in borsa anche quando erano già sotto sequestro.

Ora la vicenda è arrivata in tribunale.
© Riproduzione riservata