Positivo all'alcoltest e agli esami per la rilevazione di sostanze stupefacenti: questi gli elementi più recenti che emergono nel corso delle indagini sull'incidente in cui hanno perso la vita il nuorese Matteo Carta, 25 anni, e la sua fidanzata Alessandra Grande, avvenuto la notte di martedì scorso a Santa Severa (Roma).

L'uomo fermato, M.P., giardiniere di 46 anni, è in stato di arresto al carcere di Civitavecchia con le accuse di omicidio stradale plurimo pluriaggravato e conseguente fuga.

L'INCIDENTE - Secondo la ricostruzione dei carabinieri, il 46enne era alla guida di un Suv Kia Sorento intestato a una ditta del Viterbese e procedeva sull'Aurelia a forte velocità; all'altezza del chilometro 43 ha superato un'auto invadendo la corsia opposta e scontrandosi frontalmente con lo scooter sul quale si trovavano le vittime, che tornavano dal lavoro in un bar.

Il Suv aveva finito la corsa contro una siepe e il guidatore era fuggito a piedi.

LE INDAGINI - I militari lo hanno rintracciato e lui ha raccontato di essere tornato a casa intorno alle 21.30, di aver parcheggiato il Suv e di essere andato a dormire dopo cena; ha sostenuto, inoltre, che l'auto gli era stata rubata da chi, poi, aveva provocato l'incidente.

La versione ha suscitato molti dubbi negli inquirenti e, mentre l'uomo era in stato di fermo, hanno esaminato le videocamere di sorveglianza, e ascoltato diversi testimoni, le cui dichiarazioni contrastavano con quelle del giardiniere.

Ulteriori rilievi hanno poi convinto i militari a sottoporlo a interrogatorio, nel corso del quale è arrivata la confessione.
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