C'è anche la storia di un giovane prima picchiato selvaggiamente e poi tenuto sequestrato per una settimana, tra i retroscena dell'operazione antimafia "Totem" che, all'alba di oggi, ha portato all'arresto di 24 persone a Messina.

Gli investigatori hanno scoperto "un metodo criminale tipicamente mafioso poggiato sulla violenza e sulla crudeltà, evidenziato anche attraverso un episodio avvenuto nell'agosto 2014, all'interno del Lido 'Park', in località Mortelle di Messina".

Dove Luciano De Leo e il boss Luigi Tibia avrebbero aggredito un giovane, ritenuto autore di alcuni furti e quindi "meritevole di una esemplare punizione".

Il ragazzo è stato letteralmente sequestrato e costretto a rimanere per una settimana presso il Lido Park, con la minaccia che, se avesse disubbidito all'ordine, sarebbe stato nuovamente percosso.

IL BLITZ - Tra gli arrestati figura anche il vice presidente del Messina Calcio, Pietro Gugliotta, di 55 anni, ai domiciliari.

I 24 fermati - raggiunti dall'ordinanza del gip di Messina in varie province tra cui Catania, Enna, Mantova e Cagliari - sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali.

Animali che, come nel caso dei cavalli utilizzati per le corse clandestine organizzate su strade asfaltate, venivano imbottiti di anfetamine.

Nel settore del gioco e delle scommesse, l'organizzazione criminale gestiva illecitamente diverse sale giochi, punti internet e circoli ricreativi e operava tramite siti illegali senza alcuna concessione o autorizzazione da parte dell'AAMS.
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