Dopo il terremoto Brexit è caos nei due principali partiti del Regno Unito.

In casa tory si cerca di individuare l'uomo che andrà a sostituire il premier David Cameron, promotore del referendum che ha sancito l'addio inglese all'Unione Europea e ora dimissionario.

Favorito per raccogliere il testimone è Boris Johnson, convinto fautore del Leave, ma - a detta dei media britannici - i vertici conservatori preferirebbero una figura più moderata e meno "opportunista".

Uno dei ministri uscenti, ad esempio.

Su tutti, Theresa May, titolare degli Interni, oppure un'altra donna, Nicky Morgan (Istruzione).

Occhi puntati anche sull'ex ministro della Difesa, Liam Fox, e su quello delle Finanze, George Osborne.

In casa laburista, invece, il segretario Jeremy Corbyn è nell'occhio di un vero e proprio ciclone.

Accusato dalla base e da numerosi dirigenti del partito di aver gestito male la campagna per il No (e di aver addirittura segretamente tifato per la vittoria del Sì), nelle ultime ore si è visto sfiduciare da ben 18 componenti del suo gabinetto, tra ministri ombra e collaboratori.

Lui, nonostante le accuse, ha ribadito la volontà di restare al suo posto e ha dunque nominato un nuovo "governo ombra".

Ma il malcontento è diffuso e la sua leadership più che mai in discussione.
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