In realtà non erano amici, ma si trattava di prestazioni sessuali a pagamento. Inoltre, la sera dell'incontro a casa di lui, entrambi avevano consumato cocaina. Soprattutto, l'uomo intenzionato a pagare per avere un certo tipo di compagnia, non aveva tentato di violentare la sua ospite che conosceva da tempo. È stata una testimonianza fondamentale quella della prostituta che accusava l'imputato: davanti ai giudici ha ritrattato tutto.

È così che Paolo Talice, psicologo cinquantenne cagliaritano, finito in carcere nel 2013 e poi ai domiciliari per questa brutta storia, è stato scagionato da tutte le accuse. Ieri il professionista, difeso dagli avvocati Luca Pennisi e Laura Floris, è stato assolto con formula piena: «Il fatto non sussiste». Non ci fu alcun reato quindi, stando al verdetto pronunciato dal Collegio della seconda sezione penale presieduto da Massimo Poddighe: né quello di tentata violenza sessuale né quello di lesioni. Sì, perché la quarantenne, costituita parte civile con l'avvocato Maurizio Musu, aveva raccontato ai carabinieri di essere stata anche picchiata.
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