A Nuoro seconda udienza del processo a carico di Giuseppe Piredda, il pastore che, in presenza del figlio minorenne, nel 2014 aveva trascinato il proprio cane legandolo all’automobile fino a ucciderlo.

Il pastore è accusato di uccisione di animali con l’aggravante della crudeltà ai sensi dell’articolo 544-bis del Codice Penale.

Nella prima udienza il difensore aveva richiesto l’applicazione dell’istituto della “messa alla prova” e il giudice aveva disposto che l’imputato svolgesse questo servizio presso un canile o una associazione di protezione animali.

Nessuna associazione ha voluto prendere accordi con l'imputato per l’attività prevista e dunque il suo legale ha presentato un programma di messa alla prova presso il Comune di residenza del Piredda come addetto al verde pubblico.

Tutte le parti civili, tra cui Lega Nazionale per la Difesa del Cane, si sono opposte all’applicazione della messa alla prova e lo stesso giudice ha ritenuto il programma presentato poco congruo alla gravità del reato commesso sia in termini di ore e tipologia di lavoro sia per quanto riguarda il risarcimento economico.

Pertanto, il magistrato ha rinviato la propria decisione alla prossima udienza fissata per il 25 ottobre.

Sarà ascoltata anche Lega Nazionale per la Difesa del Cane che ha preannunciato che chiederà una pena esemplare per questo crimine
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