Per l'esplosione che lo scorso 12 giugno ha distrutto parte di un palazzo in via Brioschi a Milano è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di strage Giuseppe Pellicanò.

Secondo i pm avrebbe manomesso le condutture del gas del suo appartamento, situato al terzo piano dell'immobile.

Nell'esplosione sono morti la moglie, Micaela Masella, 43 anni (le figlie di 7 e 11 anni hanno riportato numerose ustioni), e una coppia di giovani marchigiani - Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa - che abitavano nell'appartamento accanto, mentre Pellicanò, 51 anni, è rimasto ustionato ed è ancora ricoverato.

I pm però non sono riusciti a interrogarlo, dato che è sotto sedativi, ma in base alle prime indagini è emerso che quanto accaduto possa essere legato a un'azione dell'uomo.

"Il tubo flessibile in acciaio" che collegava la cucina della sua casa all'impianto del gas - si legge nella nota della Procura - è stato trovato "smontato dal rubinetto a sfera e allacciato al solo piano di cottura".

Inoltre, insieme alla moglie vivevano nello stesso appartamento ma sembra fossero separati di fatto; lei, di recente, aveva detto di volersene andare per trasferirsi nella casa del suo nuovo compagno.

Questo aveva provocato in Pellicanò una forma di depressione, dalla quale stava faticosamente uscendo, aveva detto ad amici e parenti.
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