Tredici fucili "illegali" sotto terra, una Santa Barbara nascosta nelle campagne di Oridda a Domusnovas per cacciare cinghiali, mufloni e cervi scoperta dagli agenti del Corpo Forestale di Iglesias nel 2014: da qui partirono le meticolose indagini che hanno visto scendere in campo una sessantina di ranger, in quindici pattuglie, in diverse zone del Sulcis e che qualche mese fa portarono all'arresto di due persone di Domusnovas e alla denuncia di altre quattro, fra cui due del paese e altre due fra Portoscuso e Villamassargia. Sarebbero tutti coinvolti nell'attività illecita di bracconaggio e fabbricazione artigianale di armi da caccia.

Ma l'inchiesta denominata "Amigus e fusili" e coordinata dal pm della Procura di Cagliari Virginia Boi, avrebbe coinvolto altri centri del Sulcis, compresa Iglesias. Nel dicembre 2015 una serie di perquisizioni a tappeto, fra i diversi paesi della zona, portarono all'arresto di Angelo Lai (57 anni) e Maurizio Piras (56 anni) di Domusnovas, e alla denuncia di Fabrizio Cadeddu (49 anni) e Giampiero Lusci di 33 (Domusnovas), Ezio Piras (55 anni) di Villamassargia e Enrico Cristiano Atzei (49 anni) di Portoscuso. Lai fu trovato in possesso di un'arma da caccia con la matricola cancellata (risultata rubata): è stato poi condannato per direttissima a 3 anni di carcere. Il compaesano Piras (in attesa della sentenza) venne arrestato con l'accusa di fabbricazione di armi da caccia, ma venne trovato anche in possesso di droga. Le altre persone coinvolte sono state denunciate per reati legati all'attività di bracconaggio e inerenti alla fabbricazione di armi e alterazione di armi. La lunga attività di indagine, guidata dal comandante dell'Ispettorato del Corpo Forestale di Iglesias, Alberto Sattanino, si è conclusa questi giorni ma potrebbe andare avanti alla ricerca di nuovi elementi legati al contrasto dell'attività anti bracconaggio e non solo.
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