Protesta e resistenza: contro l’azione stile Equitalia del Comune, che ipoteca case e ferma i mezzi dei cittadini debitori, piuttosto che cercare il dialogo, oltre trecento bosani titolari di partita Iva hanno dato vita ad un unico movimento di protesta, concretizzata ieri da un primo comunicato che pare una dichiarazione di guerra.

Contro una politica comunale che ritengono "priva di programmazione e di buon senso", i "cittadini bosani, operatori del commercio, del turismo e della ristorazione che vivono ormai da anni gravi disagi, la disorganizzazione e la cronica mancanza di programmazione economica che sta paralizzando la città di Bosa", sono scesi in campo.

Parole e numeri che, se non valgono quale avviso di sfratto alla giunta Mastinu, certamente ne evidenziano il totale isolamento, in questo momento, rispetto alla città: "Non si possono più sopportare passivamente le direttive di un' amministrazione politica incompetente ed arrogante che vuole fare a meno del confronto con le parti sociali – scrivono - Il risultato è una città sempre più sporca, senza servizi turistici, vessata da un imposizione fiscale destinata ad alimentare i privilegi di apparato burocratico e politico inefficiente". Parole durissime: "Siamo l'unica città turistica della Sardegna priva ancora di un piano programmi per il turismo – affermano i titolari di partite IVA- Il bilancio di previsione redatto dal sindaco e dalla giunta per gli anni 2016/2018 non prevede nessun tipo di intervento finanziario a favore del commercio, della pesca e dell'agricoltura, così come per le politiche giovanili". Dichiarata la mobillitazione generale: "Siamo arrivati alla risoluzione finale e perciò ci riuniremo in assemblea il 30 giugno per decidere anche forme clamorose di protesta.

Precisiamo che l'invito è esteso a tutte le partite Iva ed agli amministratori delle comunità del Marghine e della Planargia.

Non sono invitati i passati e presenti amministratori della città di Bosa, la loro presenza non è al momento gradita".
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