Non sarà un'accoglienza fine a se stessa, ma un cammino di integrazione finalizzato al raggiungimento di una vera e propria autonomia.

Accoglienza integrata, come viene definita.

Iglesias si accinge a ospitare venti donne, provenienti da paesi extracomunitari dai quali sono state costrette a fuggire, nell'ambito dello "SPRAR", acronimo di sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Sarà possibile grazie al progetto (approvato e finanziato dal Ministero dell'Interno) presentato dal Comune insieme a "Casa Emmaus", associazione nata per contrastare le tossicodipendenze e che, da circa due anni, ha esteso il suo impegno anche ai migranti.

Ma il progetto "SPRAR" è diverso rispetto a quello della prima accoglienza, che già vede Casa Emmaus in prima linea con 30 migranti, soprattutto minori.

Non ci saranno oneri a carico del Comune: il progetto è stato finanziato dal Ministero al 95 per cento del costo complessivo, il restante 5 per cento a carico dell'associazione che metterà a disposizione una sua struttura.

Per il 2016 è previsto un costo di 146 mila euro, per l'anno prossimo poco meno di 250 mila.
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