"Usinesu imbreagone, ossesu giogalzu e Tissi faulalzu" sono denominazioni sarde attribuite ai paesi dell'Isola in base allo stile di vita.

Ma Tissi ha preso spunto dal curioso detto sardo "faulalzos" (bugiardo), per creare un evento culturale "Il Fàula Festival" che si è svolto lo scorso weekend alla ex-Ma di Tissi.

L'idea del festival scaturisce da una opinione più o meno attendibile secondo la quale gli abitanti di Tissi sono abili raccontatori di bugie o storie, chiaramente false, dal sapore strambo, surreale ed eccentrico, non utili o necessarie a coprire comportamenti o eventi di qualsiasi tipo, ma bugie fini a se stesse, per il puro piacere di inventarle e raccontarle.

Già nell'edizione 2016, definita "anno zero", il Festival ha visto coinvolti gli alunni e i docenti della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di primo grado del paese, i quali hanno partecipato al concorso di scrittura creativa denominato Malafàula, improntato sul tema della bugia, la fàula e l'arte di inventare delle storie.

"Il Fàula Festival, ha come obiettivo principale quello di diventare un appuntamento annuale per il paese, per la comunità e per gli studenti delle Scuole" ha detto il vicesindaco Claudia Solinas, coordinatrice del progetto ideato da Antonio Locci e un gruppo di giovani tissesi.

Oltre alle letture, musiche e i laboratori di scrittura fatti dagli studenti delle scuole,i promotori del Fàula Festival hanno realizzato un cortometraggio con interviste a diversi personaggi del paese, coinvolgendo anche i sindaci di Ossi e Usini.

"Lavoreremo in sintonia con in comuni vicini - ha detto il sindaco di Tissi Mauro Scarpa - promuovendo eventi culturali che possano animare le attività dei nostri centri".
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