Vincenzo Paduano, la guardia giurata che sabato notte a Roma ha ucciso per strada in via della Magliana l'ex fidanzata Sara Di Pietrantonio bruciandola viva, è stato interrogato oggi dal Gip, il quale ha convalidato il fermo.

Ieri il vigilante è stato spostato dalla cella che condivideva con un altro detenuto a un'altra in cui sarà da solo. Perché secondo lui è stato minacciato.

Attraverso il suo legale ha detto di essere "spaventato" della situazione e di eventuali "ritorsioni". "Adesso ho paura".

Sempre oggi si è svolta l'autopsia sul corpo della studentessa: secondo i medici legali, la giovane è stata strangolata prima di essere bruciata.

Intanto la madre di Sara, Tania Raccu, ha raccontato in un'intevista l'incubo vissuto dalla figlia nei mesi precedenti l'atroce delitto: "La chiamava ogni 10 minuti, era diventata una persecuzione".

Persecuzione confermata anche dalle amiche della ragazza.

La Procura di Roma è orientata a chiedere il giudizio immediato; se così fosse, Paduano andrebbe a processo senza passare per l'udienza preliminare.

IL TESTIMONE: "NON SONO VIGLIACCO" - A parlare, e a raccontare gli ultimi istanti di vita di Sara, è anche Edoardo Paraninfi, il meccanico di 18 anni che quella sera ha incrociato la coppia in via della Magliana prima che tutto accadesse.

"Provo rimorso ora, sapendo che forse avrei potuto salvare la vita di quella ragazza, ma io e la mia fidanzata eravamo sconvolti e siamo passati troppo presto per capire cosa stesse succedendo.

Io però - ha detto - non sono un vigliacco: non sono scappato. Non c’ho dormito la notte e appena ho saputo che Sara era morta sono corso dai carabinieri".

E poi ha aggiunto: "Sara poteva essere mia sorella, ma ciò che ho visto non era che una discussione tra un ragazzo e una ragazza, come mille altre se ne vedono ogni giorno".
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