Rodrigo Duterte, il neo presidente delle Filippine soprannominato il "giustiziere", suggerisce che anche i giornalisti corrotti possano essere l'obiettivo degli "squadroni della morte" con cui ha promesso nella campagna elettorale di "ripulire" il Paese.

"Solo perché siete giornalisti non siete protetti dagli assassinii se siete figli di.... - ha detto durante una conferenza stampa a Davao - C'è ancora corruzione tra di voi, se siete invece bravi giornalisti nessuno vi toccherà specialmente se quello che scrivete è vero".

L'associazione nazionale dei giornalisti filippini si è detta "sconvolta" dalle parole di Duterte, che non solo "infangano la memoria dei nostri colleghi che sono stati assassinati dal 1986 ad oggi, ma suonano come l'inizio di una campagna per mettere a tacere i media".

La Filippine vengono considerate uno dei Paesi dove i giornalisti sono più a rischio: la scorsa settimana a Manila è stato ucciso un reporter di cronaca nera, il secondo eliminato dall'inizio dell'anno.
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