Un reddito base per tutti i cittadini di almeno 2.500 euro. Che si lavori o meno.

Sembra un'utopia invece in Svizzera potrebbe diventare realtà.

Il 5 giugno i cittadini della Confederazione elvetica saranno infatti chiamati a esprimersi su un referendum che punta proprio a introdurre un reddito di cittadinanza di 2500 franchi svizzeri, pari appunto a 2.500 euro, dalla nascita fino alla morte, per tutti i cittadini, minori compresi (ma con una soglia più bassa, 625 euro).

Una somma di tutto rispetto ma che in Svizzera rappresenta un reddito di poco sopra a quello della soglia di povertà, che è di 29.501 franchi svizzeri all'anno, molto lontano dal salario medio che è di 6.427 franchi al mese.

La proposta di iniziativa popolare, se approvata, farebbe della Svizzera il primo Paese a cambiare radicalmente il sistema di welfare perché il reddito di base sostituirebbe molte delle protezioni sociali tradizionali.

ll reddito sarebbe infatti incondizionato e non tassato, e dovrebbe sostituire i vari strumenti di welfare attualmente attivi. Coloro che lavorano e guadagnano una cifra minore avrebbero un’integrazione, ai disoccupati andrebbe invece l’intero importo.

Il Governo è contrario perché - sostiene - servirebbero 25 miliardi di franchi l’anno per sostenere la misura con conseguente introduzione di nuove tasse o tagli di spesa, che danneggerebbero l’economia.

Ma la cosa più paradossale è che anche la maggior parte degli elettori sembra orientata verso il no.

Secondo i sondaggi solo il 40% degli elettori sosterrà il reddito di base e la stragrande maggioranza di loro dice che continuerebbe comunque a lavorare anche se il reddito di base diventasse realtà: solo il 10% degli elettori prenderebbe invece in considerazione di smettere di lavorare.

In Italia, secondo voi, come finirebbe un referendum simile?
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