Mentre in Francia è il nono giorno di scontri e proteste contro la riforma del lavoro, il presidente François Hollande - nel corso della conferenza stampa di chiusura del G7 in Giappone - ribadisce: "Terrò duro perché penso che sia una buona riforma e penso che dobbiamo andare fino alla sua approvazione".

Il testo, con il suo contestato articolo 2 che, di fatto, indebolisce il potere dei sindacati, attualmente è al Senato, poi tornerà alla Camera dei deputati.

"Tutte le operazioni di blocco del Paese - ha aggiunto Hollande - troveranno una risposta per assicurare un buon funzionamento dell'economia. In questo momento stiamo ripartendo, la ripresa è incontestabile. Non è il momento di mettere l'economia francese in difficoltà". Certo, aggiunge, "ognuno può esprimere le proprie rivendicazioni ma non bisogna mettere a rischio i buoni numeri dell'economia. È il momento, invece, ed è il ruolo del governo, di dare delle spiegazioni sul testo. Lo farò anche io".

Il premier Manuel Valls, nel corso di un'intervista, si è detto "disponibile al confronto" con i sindacati ma, ha precisato, "il cuore della legge non cambierà".

E le proteste non si fermano, con nuovi scontri con la polizia, la benzina comincia a scarseggiare - già partito l'uso delle riserve strategiche - e scatteranno anche le precettazioni per gli scioperi di personale di aerei e treni già annunciati.
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