Dal disabile in carrozzina che grida contro i tagli all'assistenza al padre di famiglia che ha perso il posto di lavoro.

Passando attraverso le parole di Margherita Puledda, studentessa del Liceo Artistico, che nel futuro si vedrà costretta a lasciare la Sardegna alla ricerca di fortuna.

Facce di una stessa medaglia che ha tenuto Sassari in ostaggio per tutta la mattina, durante lo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil.

Nel lungo corteo, con oltre 5 mila persone partite da via Budapest e approdate in piazza d'Italia, hanno sventolato le bandiere dei sindacati con i lavoratori da tutta l'isola.

Dall'Alcoa al Cedi Sigma, le mille vertenze del centro Sardegna e centinaia di persone dalla Baronia, Gallura, oristanese, Medio Campidano.

Impossibile contenere la rabbia davanti a numeri impietosi: negli ultimi anni l'edilizia ha perso oltre 10 mila posti di lavoro, decine di piccole industrie sono morte, scomparsi gli artigiani e nel commercio le serrande abbassate non fanno più notizia.

E poi la crisi di Porto Torres, la Chimica verde, il turismo, la scuola con migliaia di docenti precari e mai stabilizzati e studenti costretti a lasciare la Sardegna.

E infine i disabili, gravati ultimamente dai tagli sulla legge 162 che permette loro di avere assistenza e dignità. Istanze accolte nell'abbraccio di Sassari, per ricordare alla Regione che il vaso è colmo e il Nord Sardegna sta sprofondando nella disperazione.

A dare man forte, alle porte dell'Emiciclo Garibaldi, l'abbraccio dei sindaci del territorio con in testa il primo cittadino Nicola Sanna. Questa mattina a Sassari, decine di esercizi commerciali di viale Italia hanno anche chiuso in segno di solidarietà al passaggio dei manifestanti.

Presenti i segretari regionali di Cgil Cisl Uil, insieme ai loro delegati: "Non possiamo più tollerare l'abbandono di questo territorio - hanno detto Francesca Nurra, Oriana Putzolu e Francesca Ticca, durante il comizio in piazza d'Italia - e siamo pronti a gridarlo sotto il palazzo della Regione".

L'accusa contro la giunta Pigliaru è sull'immobilismo e sulla mancanza di programmazione per la Sardegna: "Oggi però è la giornata del fare - ha ricordato il sindaco Sanna - e non siamo qui contro qualcuno.

Proponiamo azioni concrete per far riaprire l'agenda politica del Governatore". Lo sciopero fa seguito infatti ad un tavolo di trattative aperto tra gli amministratori dell'area vasta sassarese e la Regione.
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