La Cassazione emette sentenza di assoluzione per prescrizione, ma conferma i contenuti dei dispositivi di primo e secondo grado nei confronti dell'ex segretario generale del Comune di Iglesias, trascinato davanti ai giudici dall'avvocato dell'Ente.

La Suprema Corte, pur cancellando nei confronti di Michele Sanna la condanna a un anno di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per abuso d'ufficio, ritiene "plausibile la conclusione tratta dai giudici di merito, secondo cui l'imputato intese deliberatamente danneggiare la persona offesa utilizzando in modo strumentale la prima occasione utile di sua competenza".

Le accuse mosse dall'avvocato Roberto Angioni (legale dell'Ente durante l'amministrazione del sindaco Pierluigi Carta) erano dunque fondate, come avevano stabilito i procedimenti in Tribunale e poi in Corte d'Appello: il direttore generale aveva procurato, per ragioni ritorsive, al dipendente Roberto Angioni, l'ingiusto danno consistito nella predisposizione, al fine della progressione economica, di una negativa valutazione delle sue prestazioni professionali per il periodo 2005-2006.

La Cassazione (sesta sezione, presieduta dal giudice Giovanni Conti, relatore Ersilia Calvanese) ha anche mantenuto ferme le statuizioni civilistiche: risarcimento del danno in favore di Angioni (pari a 15 mila euro), oltre alla rifusione delle spese processuali. A procedimento concluso, Angioni commenta così: "Mi fa specie dopo tanti anni dover considerare che, all'epoca, una vicenda di tale gravità sia stata ignorata dalla quasi totalità dagli esponenti politici e certamente dalla maggioranza allora in carica, oltre che dai sindacati interni al Comune di Iglesias. Purtroppo il mancato riconoscimento da parte delle amministrazioni delle prerogative professionali degli avvocati interni e, più in genere, la scarsa conoscenza delle peculiari regole del loro rapporto è spesso di ostacolo allo svolgimento dell'attività legale e finisce per prevaricare l'autonomia professionale e la stessa funzione dell'avvocato dipendente, ingenerando contrapposizioni personali che facilmente, come nel mio caso, possono trascendere oltre i limiti consentiti dal diritto".
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