Con la vittoria nella tappa delle primarie in Indiana e il ritiro di Ted Cruz (seguito dopo poche ore da John Kasich) Donald Trump ha ufficialmente la strada spianata verso la nomination a candidato repubblicano alle elezioni presidenziali Usa del prossimo autunno.

Ma, nonostante la campagna elettorale quasi trionfale, nel Grand Old Party forti sono le resistenze nei confronti del miliardario.

Tanto che, dopo l'uscita di scena dei due principali competitor, gli scontenti hanno dato vita a una vera e propria fronda, creando diversi gruppi di contestazione e lanciando sui social eloquenti hashtag di dissenso.

Uno su tutti #NeverTrump. Mai con Trump.

Non solo: qualcuno, tra i repubblicani, ha addirittura bruciato la propria scheda elettorale, postando poi la foto in Rete.

Molti altri scontenti, invece, hanno annunciato l'intenzione di appoggiare Hillary Clinton, ormai vicina, in casa democratica, al traguardo dei 2.300 delegati necessari per l'investitura, pur di fermare l'ascesa del magnate.

Anche in questo caso sono stati coniati slogan divenuti in breve virali su Twitter.

Come #imwithher (io sono con lei) e #republicansforHillary (repubblicani che sostengono Hillary).

E che l'ex first lady ed ex segretario di Stato sia gradita non solo ai sostenitori del partito dell'asinello, lo sottolineano anche i sondaggi.

Su sette rilevazioni commissionate dai principali media Usa, infatti, solo una dà il tycoon come favorito nella corsa alla Casa Bianca.

Alcuni tweet pro Hillary:

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