"Se gli indagati saranno giudicati colpevoli è giusto che paghino".

Così il premier Matteo Renzi, dopo l'arresto del sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti (che oggi si è autosospeso dal Partito democratico), accusato di turbativa d'asta nell'ambito della procedura d'appalto per la gestione delle piscine comunali.

Renzi è intervenuto dai microfoni di Rtl 102.5, spiegando che l'inchiesta "fa male", soprattutto quando "uno fa di tutto per vedere le cose positive dell'Italia".

Il premier ha poi toccato il tema del rapporto tra governo, politica e magistratura, anche in seguito alle esternazioni di alcuni magistrati di spicco sui ripetuti casi di corruzione.

"Abbiamo piena fiducia nei loro confronti - ha detto Renzi - e non deve esserci alcun tipo di strumentalizzazione di battaglia politica".

E a chi sostiene che possa esserci un "complotto" per fermare l'azione del governo, lo stesso numero uno liquida usando il romanesco: "Complotto? Ma de che?".

RICORSO AL CSM - Nel frattempo, però, il Pd annuncia la volontà di interpellare il Consiglio Superiore della Magistratura in merito al provvedimento cautelare preso dalla Procura di Lodi nei confronti di Uggetti.

Secondo il membro laico dem Giuseppe Fanfani, infatti, le misure nei confronti del primo cittadino sarebbero "ingiustificate o comunque eccessive".

Di qui la decisione di presentare una sorta di ricorso alla commissione del Csm per verificare "la legittimità dei comportamenti tenuti e dei provvedimenti adottati dalla magistratura".

"INDEBITA INTERFERENZA" - Pronta la replica di Area, gruppo che riunisce magistrati di centrosinistra, in difesa dei colleghi lodigiani.

"Riteniamo incomprensibili e istituzionalmente inaccettabili le parole di Fanfani", hanno scritto in una nota.

Sulla stessa lunghezza d'onda la Giunta esecutiva centrale

dell'Associazione Nazionale Magistrati, che parla di "indebita interferenza nel procedimento in corso presso gli uffici giudiziari di Lodi".
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