"Siamo fortemente preoccupati per la crisi che colpisce il settore della carcioficoltura nell'area del Coros, scriviamo alla Regione perché le nostre famiglie stanno rischiando di rimanere senza reddito".

È la preoccupazione dei tre sindaci Antonio Brundu del Comune di Usini, Antonio Sau di Ittiri e il sindaco di Uri Uccio Galzerano, che nei giorni scorsi hanno scritto una lettera all'assessore regionale all'agricoltura Elisabetta Falchi, sollecitando un intervento sul dramma economico sociale degli agricoltori locali.

"Il 2015 è stato un anno pessimo per la coltivazione del carciofo: il caldo eccessivo, il lungo periodo di siccità hanno influito sulla coltura, hanno accelerato la crescita dei carciofi con conseguente aumento dell'offerta sul mercato e l'abbattimento del prezzo reso al produttore" ha detto il vicesindaco di Usini Giovanni Antonio Sechi, "in questo modo gli investimenti saranno compromessi e dunque molte aziende saranno costrette ad indebitarsi".

Ogni anno l'Autorità di bacino e l'Enas stanziavano 1.500.000 m3 di acqua per la coltivazione del carciofo nella Valle dei Giunchi, nel territorio di Ittiri, Usini, Ossi, Florinas, Banari, un'area a forte vocazione per la carcioficoltura, insieme ai territori di Ittiri e Uri attorno al bacino del Cuga.

"Nell'area del Coros la coltivazione del carciofo è uno dei settori produttivi più importanti.

Comprende circa 150 aziende per più di 600 ettari coltivati a carciofo. Inoltre è notevole l'indotto economico generato dalla coltivazione.

Nel nuovo "P.S.R." è previsto un contributo "P.A.C." per ettaro, ma è molto basso" ha ribadito il vicesindaco di Ittiri Giovanni Mario Cossu. Il rischio è elevato se si pensa ad un'altra annata con una forte siccità e i campi rimarrebbero senza irrigazione idrica.

Se poi a questo si sommano la mancanza di aiuti al settore ortofrutticolo, l'assenza di qualche forma di tutela e l'elevato costo delle polizze assicurative, le previsioni per la prossima annata non possono che essere negative.
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