Non sarà più soltanto un’oasi ambientale per tutelare un prezioso un ecosistema prezioso e fragile.

Nel futuro del parco di Molentargius un occhio di riguardo verrà dato alle produzioni, alla ripartenza di quei comparti che questa territorio ospitava in passato.

E se proprio le saline non potranno più lavorare ai ritmi degli anni scorsi, prima della definitiva fermata, qualche vasca potrà essere riattivata. Così almeno è scritto nel progetto preliminare.

L’idea è stata rilanciata qualche giorno fa in un convegno promosso dall’associazione per il Parco del Molentargius, durante il quale oltre ai ritardi per la spesa di venti milioni di euro finanziati dalla Regione nel 2010, si è parlato anche un un altro programma: l’ingresso nel parco della laguna di Santa Gilla, dove tra l’altro insistono altre saline, quella di Conti Vecchi, che non sono chiuse ma producono.

Qui, inoltre, funziona anche un consorzio di cooperative di pesca che andrebbe rinvigorito e res davvero produttivo.

Nell’area di Molentargiu si potrà anche pensare al rilancio di attività agricole compatibili con l’ambiente.

Produzioni biologiche, insomma, da immettere sul mercato con tanto di marchi, tra cui il Dop e l’Igp, alla stessa stregua di altre realtà che già funzionano nel resto d’Italia e dove l’istituzione del parco non ha fermato l’economia ma anzi ne ha dato ulteriori impulsi.
© Riproduzione riservata