Sedici giornate di concerti, incontri, attività musicali nei luoghi dell'arte di Cagliari, da oggi fino al 28 febbraio, per "protestare contro un sistema che non riconosce valore sociale e culturale dell'alta formazione musicale", dice Elisabetta Porrà, direttrice del Conservatorio di musica di Cagliari.

L'istituto Pierluigi da Palestrina aderisce alla "Giornata nazionale dell'alta formazione", organizzando un ricco programma di concerti e momenti di riflessione sullo stato del sistema nazionale dell'alta formazione artistica e musicale.

In Sardegna la situazione è particolarmente sfavorevole: il timore è che il Governo nazionale voglia riorganizzare il sistema dell'alta formazione musicale con gravi ripercussioni sulla distribuzione dei Conservatori.

In particolare, nell'Isola c'è il rischio che i bienni di specializzazione vengano accorpati in alcuni conservatori, con la conseguenza che gli allievi sardi debbano essere costretti a fare i pendolari.

Dati i costi dei trasporti, e le altre difficoltà legate alla sua insularità, è facile capire come per gli studenti questo significherebbe compromettere la possibilità di seguire il percorso di studi.

Tutto questo ha portato il Conservatorio di Cagliari, insieme al conservatorio "Luigi Canepa" di Sassari ad aderire alla "Giornata nazionale dell'alta formazione" e a firmare con gli altri conservatori d'Italia (complessivamente sono 54), una mozione per garantire ai giovani e al Paese la necessaria qualità formativa e per realizzare un ulteriore sviluppo del sistema. "Credo sia giunto il momento di affermare l'importanza culturale dei nostri conservatori", afferma Elisabetta Porrà.

"Alla grave disattenzione verso il valore nazionale che rappresentiamo noi rispondiamo sparando i "cannoni" dispensatori di cultura e bellezza, "bucando" questo silenzio assordante". "Il mio auspicio è che tutte le istituzioni si adoperino per garantire il pieno diritto degli studenti all'alta formazione artistica e musicale dell'Isola, evitando un ulteriore danno alle nuove generazioni nel caso fossero nuovamente costrette a emigrare", aggiunge il presidente del Conservatorio, Gianluca Floris.
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