Siria, firmato l'accordo per il cessate il fuoco: subito gli aiuti umanitari. Dall'Italia in arrivo 3 milioni di euro

Cessate il fuoco entro una settimana e invio di aiuti umanitari.

È questo l'accordo sulla Siria raggiunto a Monaco nella notte dalle potenze mondiali dell'International Syria Support Group.

La tregua parziale non si applica ai combattimenti contro lo Stato Islamico o il Fronte al Nusra.

L'intesa è stata raggiunta dopo sei ore di negoziati fra il segretario di Stato americano John Kerry, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, l'inviato Onu per la Siria Staffan de Mistura e i ministri degli Esteri europei e del Medio Oriente.

La distribuzione di aiuti umanitari ai siriani nelle città assediate verrà "accelerata ed estesa" a partire da lunedì, ha detto Kerry e sarà organizzata da una task force internazionale.

Quanto alla sospensione delle ostilità, il capo della diplomazia americana ha specificato che si tratta di una "pausa" e non di una vera "tregua permanente".

L'OPPOSIZIONE IN SIRIA: NO ALL'ACCORDO - L'opposizione siriana rifiuta di discutere di un cessate il fuoco fino a quando non vi sarà un dialogo e una transizione politica nel Paese.

Lo ha annunciato il vice presidente del Comitato supremo per i negoziati (Csn), George Sabra ribadendo che il cessate il fuoco deve essere collegato al processo di negoziati e a una transizione politica.

Inoltre, secondo Sabra, è necessario prima ottenere gli aiuti umanitari nelle zone assediate.

AIUTI, 3 MILIONI DI EURO DALL'ITALIA - L'Italia ha stanziato 3 milioni di euro a favore della Siria. Lo riferisce in una nota la Farnesina. "Si tratta di interventi di emergenza volti a recare sollievo alle sofferenze delle decine di migliaia di civili siriani, in gran parte donne e bambini, in fuga dai bombardamenti e dalle violenze in corso nel nord del Paese, in prossimità di Aleppo", ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

Si potrà così assicurare la distribuzione di cibo (legumi, riso, zucchero, farina, olio vegetale) ai profughi - oltre 30mila, secondo le stime delle Nazioni Unite - in fuga verso la frontiera turca, oltre alla fornitura di tende, stufe, combustibile e beni per l'igiene personale.