Banca Etruria è stata dichiarata insolvente dal Tribunale fallimentare di Arezzo.

La sentenza, relativa alla situazione dell'istituto prima del Decreto Salva-banche, è stata depositata stamani.

Accolto dunque il ricorso del commissario liquidatore Giuseppe Santoni, sottoscritto anche dalla Procura della città toscana e da Banca d'Italia.

I giudici, inoltre, non hanno ravvisato la necessità di sollevare l'eccezione di legittimità costituzionale dello stesso Salva-banche, rigettando l'istanza presentata dai legali di Lorenzo Rosi, l'ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento del febbraio 2015.

In virtù della sentenza si aprono nuovi scenari. Rosi, così come gli altri dirigenti dell'istituto, tra cui Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro Maria Elena, rischiano infatti di dover rispondere davanti alla magistratura di bancarotta fraudolenta.

Intanto, le associazioni per la tutela dei consumatori, così come i sindacati, si dicono preoccupate per la sorte dei risparmi delle circa 130.000 famiglie che avevano sottoscritto contratti, investimenti e obbligazioni con l'istituto di credito.

La Cgil chiede che "la politica reintervenga rapidamente per risolvere definitivamente il problema e che la magistratura individui e punisca chi ha portato la banca al fallimento".
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