Per qualche ora Rita Dalla Chiesa è stata la papabile candidata a sindaco di Roma per il centrodestra.

A lanciare in politica l'ex conduttrice di "Forum", nonché figlia del generale Carlo Alberto assassinato dalla mafia nel 1982, è stata Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia.

Una discesa in campo per la corsa al Campidoglio gradita anche a Silvio Berlusconi.

Ma non a Matteo Salvini.

Fonti della Lega Nord hanno raccontato infatti "l'irritazione" del leader del Carroccio "non per il nome in sé, ma per la strategia stile totonomi utilizzata nella Capitale".

A togliere le castagne dal fuoco, è stata la stessa Dalla Chiesa.

"NO GRAZIE" - "Ringrazio per tutta la stima e per l'affetto, oltre ogni aspettativa, con cui avete accolto in questi giorni la notizia della mia candidatura a sindaco di Roma. Ma dopo aver pensato a lungo alla possibilità che mi è stata offerta di poter essere portavoce delle richieste dei cittadini di questa città, che amo molto, ho deciso di non accettare", ha detto la conduttrice. Aggiungendo: "Ho capito che le mie priorità continuano ad essere la mia famiglia e la mia professione. Questo non toglie che continuerò a lottare per le battaglie in cui credo e che ho sempre portato avanti sui giornali, in televisione e sui social".

LE DICHIARAZIONI PRIMA DEL NO:

SALVINI CHIEDE LE PRIMARIE - Nel frattempo, dopo la bocciatura della Dalla Chiesa, Salvini rilancia: "Se il centrodestra non riesce a trovare il nome di un candidato a sindaco di Roma stando intorno a un tavolo, allora che si facciano primarie".

IPOTESI PIVETTI - Lo stesso Salvini ha indirettamente rilanciato la candidatura dell'ex presidente del Senato, ed ex esponente della Lega Nord, Irene Pivetti. "Se ho fatto io il nome di Irene Pivetti come candidata sindaco a Roma? Me lo hanno fatto. Io non la vedo da 15 anni. Ma mi piace", ha dichiarato a proposito il leader del Carroccio.
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