Il Corpo forestale di Oristano parteciperà ai programmi di difesa del grifone in Sardegna, con la costituzione di un Nucleo antiveleno. L'utilizzo illegale di veleni impiegati da agricoltori e allevatori nella lotta contro i predatori terrestri, quali la volpe e i cani randagi, rappresenta una delle minacce più significative per i selvatici, in particolare per gli avvoltoi.

Ma rappresenta una minaccia reale anche per la popolazione dei Grifoni in Sardegna. Nel corso degli anni, infatti, sono stati registrati vari episodi di mortalità imputabile ad avvelenamento. "Nell'agosto 2008 la presenza di esche avvelenate ha determinato il fallimento del progetto di reintroduzione dell'avvoltoio gipeto in Sardegna e Corsica - ha spiegato il direttore dell'Ispettorato forestale di Oristano, Maria Piera Giannasi - tre esemplari vennero ritrovati morti per essersi alimentati sulla carcassa di una pecora cosparsa con topicida". Ora il Corpo forestale, assieme all'Università di Sassari, all'Ente foreste della Sardegna e al Comune di Bosa, parteciperà agli interventi di tutela previsti dal progetto LIFE Under Griffon Wings, finanziato dall'Unione Europa. L'obiettivo è quello di ridurre le cause di mortalità del grifone e agevolare le condizioni per la sua sopravvivenza. Il nucleo antiveleno, verrà costituito, previo addestramento e formazione, da 6 persone e affiancato da esperti nell'impiego di cani appositamente addestrati nella ricerca di veleni e delle sostanze tossiche per i Grifoni, secondo le migliori pratiche messe in atto ed impiegate in tutta Europa.
© Riproduzione riservata