Lavoreranno anche fino a 75 anni, prenderanno meno di pensione e molti rischiano di non prendere proprio niente, visto che il contributivo penalizza pesantemente chi vive di contratti precari.

Sono i 35enni di oggi, quelli che sono nati nel 1980 e che ne avranno 70 nel 2050.

È un grido d'allarme quello lanciato dal presidente dell'Inps Tito Boeri al convegno "Pensioni e povertà oggi e domani".

Il vero problema, invece, dice Boeri, sono i giovani.

Perché il reddito di una carriera tipica reale in genere subisce un calo temporaneo significativo nei primi anni, quando si passa dai lavori temporanei ai lavori più stabili, legati "all'ingresso nel mondo del lavoro dalla porta principale, quello del contratto a tempo indeterminato".

Il che vuol dire che tra i trentenni di oggi, nel 2050, "nell'ipotesi di un tasso di crescita del Pil dell'1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni, per andare in pensione".

E l'importo medio passerà dagli attuali 1.703 euro a 1.593 euro. Insomma si prenderà meno e lo si prenderà molto più tardi.
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