L'esperienza di Ignazio Marino come sindaco di Roma è finita.

"Mi dimetto. Dal lavoro che ho impostato passa il futuro della città", ha annunciato Marino in una nota.

"Presento le mie dimissioni, sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni.

Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche".

La resa è arrivata dopo una giornata convulsa, con il forte pressing del Pd e degli alleati perché Marino facesse un passo indietro.

All'inizio il primo cittadino aveva spiegato alla giunta riunita di non avere alcuna intenzione di dimettersi e il Pd era pronto a presentare la mozione di sfiducia con la quale far cadere il sindaco in aula.

Il commissario democratico capitolino, Matteo Orfini, ha prima convocato gli assessori democratici e poi i consiglieri comunali per la scelta della strategia.

E mentre nella piazza del Campidoglio manifestavano oppositori e sostenitori del sindaco, tre esponenti della giunta hanno rassegnato le dimissioni; si tratta del vicesindaco Marco Causi e degli assessori Stefano Esposito e Luigi Di Liegro.
© Riproduzione riservata