Le ultime mareggiate hanno spazzato via la sabbia e sulla battigia sono spuntati i legni, il fasciame e le costole di un’antica nave.

Per gli archeologi della Soprintendenza guidati da Ignazio Sanna dovrebbe trattarsi di un’imbarcazione dei primi dell’Ottocento, forse una un tartana, utilizzata per il trasporto lungo le coste mediterranee, e dunque anche della Sardegna, di derrate alimentari come oli, vino, grano, ma anche tessuti e minerali.

La nave, secondo le prime stime dei ricercatori, dovrebbe avere una lunghezza di almeno venticinque metri. Nei prossimi giorni gli archeologi raggiungeranno Santa Margherita di Pula per ispezionare i resti lignei ma anche allargare l’indagine subacquea per valutare se esistano, sotto la sabbia, altri reperti.

Non solo. Ignazio Sanna incontrerà il sindaco di Pula Carla Medau e gli amministratori per valutare la possibilità di un recupero e della valorizzazione dell’antica nave da trasporto.

La presenza dell’imbarcazione era già nota agli archeologi e ai proprietari delle villette. Ancora di più ai titolari dell’Abamar hotel. Già nel 2003 una poderosa mareggiate fece emergere parte del relitto, poi immediatamente ricoperto. Ora invece gli archeologi hanno preso a cuore la scoperta, decisi a valorizzare la grande nave di Santa Margherita.

La conservazione del fasciame è assolutamente eccezionale. I legni hanno ancora una consistenza straordinaria per un reperto non inglobato nel fango e dunque in una condizione anossica ma nella sabbia e periodicamente a contatto con l’aria.

Andrea Piras
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