Pubblichiamo oggi la lettera di un diabetico sardo, ancora in attesa di poter ricevere i nuovi sensori per la rilevazione del glucosio, annunciati dall'Assessorato regionale alla Sanità ma di cui i malati, a suo dire, non hanno ancora avuto notizie.

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"Gentile Redazione,

sono uno dei tanti diabetici sardi, diabetico dall'età di 10 anni.

Quando mi fu diagnosticato il diabete, circa 38 anni fa, la gestione di questa malattia era a dir poco complicata: il diabetico non poteva misurare il livello della glicemia in tempo reale, perché non esistevano ancora gli strumenti che permettessero di farlo o almeno non erano a disposizione di tutti.

Ho iniziato la mia carriera di diabetico gestendo la malattia con ciò che c'era all'epoca, facendo dei test che sembravano da "scienziato pazzo": provetta, dieci gocce d'acqua, due gocce di urina, pastiglietta all'interno della provetta e reazione chimica spettacolare, ma com risultati relativi a sei ore prima.

Con l'evoluzione tecnologica sono poi arrivati i primi glucometri e pungidito a disposizione di tutti, con la possibilità di sapere in tempo reale il livello della glicemia, cosa imprescindibile per una corretta gestione del diabete.

Oggi, dopo decenni senza grosse novità, la tecnologia fa un ulteriore balzo in avanti e ci fornisce strumenti che sono anche in grado di tracciare un andamento della glicemia stessa, in modo da capire subito se il livello dello zucchero nel sangue è stabile, in calo o in aumento, e poter così prevenire sia le ipoglicemie che le iperglicemie, che sono le cause di tutte le complicanze del diabete.

Questo avviene grazie ai sensori di nuova generazione, interrogabili tutte le volte che si vuole (quindi senza più il limite del numero di strisce passate dalla AST) grazie ad un apposito rilevatore NFC o addirittura tramite un'app scaricata sul proprio smartphone, senza più bisogno di pungersi il dito per far uscire la goccia di sangue.

Nella quotidianità del diabetico, questo è un miglioramento gigantesco, ma lo è anche nella gestione dei costi che il SSN sostiene per i diabetici.

Infatti questi costi non derivano solo dalla fornitura gratuita dell'insulina e degli strumenti necessari per l'autocontrollo (principalmente appunto strisce per la glicemia e aghi pungidito, oltre agli aghi per iniettarsi l'insulina), ma soprattutto da quanto spendono gli ospedali per gestire le complicanze del diabete, inevitabilmente causate da una non adeguata gestione della glicemia.

Dico questo perché inizialmente pensavo che la mancata erogazione di questi nuovi sensori fosse un problema di costo, cosa che invece non è.

Mi spiego meglio: nell'immediato il costo di un sensore non dovrebbe superare di tanto il costo dell'equivalente fornitura di aghi e strisce per la glicemia (se non essere addirittura pari o inferiore), ma a lungo termine la possibilità di gestire le glicemie in maniera più precisa non può che portare ad una riduzione delle complicanze causate dal diabete e quindi ad una riduzione degli elevati costi che si sostengono per gestire queste complicanze.

Quindi contenti tutti: i diabetici sardi che avranno una qualità di vita migliore nonostante la patologia invalidante, ma anche tutta la comunità che in prospettiva andrà a sostenere costi sempre minori per la gestione di questa malattia.

Già, ma allora perché questi sensori non vengono ancora erogati dalla AST???

Quattro o cinque mesi fa l'Assessore Regionale alla Sanità Arru sbandierò a tutti i mass media che finalmente anche la Sardegna era pronta a fornire questi moderni dispositivi, ma evidentemente tanto pronta non lo era ancora, dal momento che a tutt'oggi non abbiamo che risposte negative dai Centri di Diabetologia che ce li dovrebbero prescrivere, i quali senza mezzi termini addossano le responsabilità alla Regione.

Proprio la Sardegna, prima regione al mondo per l'incidenza di questa malattia (assieme alla Finlandia), è stata l'ultima in Italia (assieme alla Puglia, dove però i numeri del diabete sono ben inferiori) ad autorizzare la fornitura di questi sensori… e per giunta, per il momento, solo a parole!

Ormai da anni i cittadini italiani residenti nelle altre regioni ricevono gratuitamente dalle AST questi sensori al posto degli arcaici pungidito e striscie per la glicemia, mentre noi sardi ancora no, proprio noi sardi che invece saremmo dovuti essere i primi vista l'entità del problema diabete in Sardegna.

Le parole sono importanti, è vero, però per molte cose quello che conta sono solo i fatti.

Chiedo allora all'Assessore Arru: che fine hanno fatto i tanto attesi sensori di nuova generazione? O erano solo parole?

Mauro Dessì

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