Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore sui tragici fatti di Genova e le successive reazioni, politiche e non solo.

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"Gentile redazione,

dopo la tragedia di Genova con il crollo del ponte Morandi, ancora il nostro Paese sembra non aver capito quando al momento della querelle e della gazzarra politica un bel silenzio, nel rispetto delle decine e decine di vittime e delle centinaia di sfollati, dovrebbe essere scritto.

Spiace constatare, scorrendo invece le pagine social in questi giorni, come in Italia ci sia ancora la forza per attaccare e accusare a vanvera, sempre nel 'credo', ormai imperante, che la non-competenza sia diventata una virtù, mentre la competenza sia diventata sinonimo di 'sistema' e di casta.

Viviamo in un Paese dove la verità alternativa diviene verità possibile piuttosto che una bugia assoluta.

Al di là di qualsiasi considerazione politica i fatti di Genova con la forte polemica 'no Gronda' svoltasi negli anni scorsi nel capoluogo ligure hanno dimostrato quanto l'estremismo anticasta di chi non vuol sforzarsi di capire non solo sia sbagliato, ma estremamente pericoloso.

Quante tragedie dovremo ancora leggere, quanti morti dovremo contare perché il nostro Paese capisca che non siamo nella condizione di accusarci l'un l'altro, di escludere competenze e conoscenze a priori, ma di rimboccarci le maniche e andare avanti, tutti insieme".

Andrea Boi - Cagliari

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