Pubblichiamo oggi lo sfogo di una mamma cagliaritana, che si è vista negare una borsa di studio per i propri figli a causa di un ISEE "troppo alto", o almeno in relazione a chi ne ha fatto richiesta. La donna racconta la situazione economica familiare, e si pone molti dubbi e domande.

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"Gentile redazione,

scrivo per segnalare l'ennesimo caso, a mio avviso, di 'presa in giro', da parte del nostro Paese, a chi onestamente dichiara il proprio reddito pagando le tasse.

Mi riferisco, nello specifico, alle 'Borse di Studio' pari a 200 o più euro messe a disposizione delle studentesse e degli studenti "delle scuole secondarie di secondo grado del sistema nazionale di istruzione (statali e paritarie) appartenenti a famiglie il cui Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) rientri nella soglia massima di 14.650 euro".

Sinceramente, ancora una volta rimango allibita nel vedere come tali contributi vengono assegnati.

In graduatoria ho potuto notare molti figli di lavoratori autonomi, con tenori di vita anche più che benestanti, e i miei figli, con la nostra situazione familiare dove io guadagno 1300 euro mensili – quando ci arrivo – e mio marito è disoccupato, sono rimasti esclusi con la motivazione, inviatami dalla Regione a una mia precisa richiesta di chiarimento, che "quasi 5000 richiedenti residenti in Sardegna non beneficeranno della Borsa in quanto le somme attribuite dal MIUR all'Isola non sono, purtroppo, sufficienti per soddisfare tutte le richieste rientranti, come la mia, nel tetto ISEE di 14.650 euro".

Detto in poche parole, sono talmente tanti in Sardegna a dichiarare un ISEE decisamente inferiore al mio che addirittura siamo rimasti esclusi dal contributo.

Ora io mi chiedo: ma la mia colpa è solo quella di dichiarare tutto? Dovrei forse imbrogliare?

Mi rendo conto che si tratta solo di un amaro sfogo di fronte ad una palese ingiustizia ma su cui nessuno può fare nulla.

Tanto si parla di cambiamento in Italia: iniziamo a controllare seriamente le dichiarazioni al fisco delle persone, perché sentirsi stupidi, frustrati e amareggiati per la propria onestà credo sia un sentimento che al momento alberga nel nostro e in pochi altri Paesi.

Grazie per l'attenzione".

S.R. - Cagliari

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