Pubblichiamo oggi il racconto del lungo cammino di un nostro lettore da Quartu a Posada.

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"Gentile redazione,

sono un 'ragazzo' di 45 anni di Nuoro. Uno come tanti, con la voglia di camminare fra le bellezze della natura e scoprire nuovi posti e nuovi panorami. Fra i tanti trekking che ho fatto, alcuni molto lunghi fra cui il famoso cammino di Santiago, uno in particolare mi piacerebbe ricordare attraverso le vostre pagine, e che va da Quartu Sant'Elena, dove oggi vivo per esercitare il mio lavoro di vigile del fuoco, e arriva a San Giovanni di Posada, piccola frazioncina di mare dove i miei genitori hanno una casettina e trascorrono l'estate.

Grazie al libro 'Sentiero Sardegna' e a varie cartografie ho utilizzato il Sentiero Italia come fonte principale del mio cammino. Il Sentiero Italia è un sentiero che parte da Santa Teresa di Gallura (SS) e arriva a Sgonico(TS), è lungo circa 6000 km,è gestito dal Club Alpino Italiano e attraversa l’intero territorio italiano. Il tracciato nell’Isola è stato studiato sulla carta e sul terreno da Salvatore Dedola della Sezione CAI di Cagliari. Cosi, solo, armato di zaino in spalla, sacco a pelo e viveri per più giorni, accompagnato da qualche gocciolina che dal cielo mi saluta, il 6 giugno alle 7 sono partito da casa a Quartu Sant’Elena .

Con me uno zaino di 20kg sulle spalle e un GPS traccia persona per permettere a chi sta in casa (soprattutto mia moglie) di seguire i miei spostamenti e intervenire in caso di necessità.

Ben presto mi accorgo però che il sentiero Italia , soprattutto nella prima parte, è un miraggio. Sicuramente tracciato anni fa era presente sul territorio, ma poi nessuno si è occupato di gestirlo.

Là dove la presenza di cacciatori, allevatori, bestiame (transumanza) o l’Ente Foreste o il Cai, per motivi particolari, hanno utilizzato lo stesso rendendolo idoneo al passaggio, il sentiero è rimasto percorribile; dove invece l’interesse del sentiero non era di nessuno, il sentiero Italia è sparito rischiando di mettere in seria difficoltà l’intraprendente turista che, fidandosi di una carta moderna con la traccia del sentiero scritta in evidenza, va su e giù per le campagne con un rischio elevato di smarrirsi e chiamare i soccorsi.

La mancanza di segnali, e la presenza di ostacoli continui come recinzioni con filo spinato, boschi oramai folti che hanno ripreso il proprio territorio o terreni militari (Quirra) che impediscono il cammino, rendono la passeggiata insicura e molto rischiosa. Mi domando se il Sentiero Italia è ancora in fase di studio, perché inserirlo in maniera cosi evidente sia sulle carte escursionistiche sia sulle varie applicazioni da scaricare sul telefonino (ad esempio locus map) è un’imprudenza.

Tolta questa parentesi negativa, il viaggio mi ha riempito di gioie....ho incontrato persone fantastiche, come allevatori volenterosi che mi indicavano le strade migliori e mi davano utili consigli, hanno condiviso con me racconti di transumanza, di avi che hanno conosciuto Alberto Lamarmora e Grazia Deledda, portandoli in giro per i monti. Mi hanno spiegato indicazioni di galateo campagnolo, ad esempio bisogna segnalare da lontano la propria presenza prima di entrare in un ovile, ...per far capire che vieni in pace…

Persone che ti invitano a cena, a volte un piatto di pasta a volte una pizza fumante, che ti “cumbidano “un panino e una birra fermo al bar a riposare, agricoltori che vedendoti passare con fatica nel vicino terreno, dopo un cordiale saluto ti offrono un caldo caffè, mentre montando la tenda per la sosta della tappa, alzi lo sguardo e un giovane ti porge una birra fresca rigenerante. Amici che mi regalano peso da trasportare: formaggio, miele, pane, salsiccia, ma anche indumenti, un capellino, due mutande... Chi ti aiuta ad attraversare la sponda del Cedrino lasciandoti una canoa, accorciando così il tuo tragitto di un'ora circa.

Io a tutte queste persone dico grazie di avervi incontrato e solo grazie al cammino in Sardegna vi ho conosciuto e mi avete caricato di tanta energia.

Dopo 12 giorni di cammino sono arrivato felicemente a Posada da parenti e amici.

Nel viaggio, insieme al capellino, ho perso una bandiera 4 mori, un paio di mutande (erano stese ad asciugare dietro lo zaino e sono sparite ) e 7 kg , ma ho trovato una Sardegna che non conoscevo, fatta da sardi ricchi di cuore che vivono in un territorio di insuperabile bellezza, la nostra isola .

Spero in una vostra pubblicazione per diffondere la voglia di camminare in Sardegna a tanti Sardi, dando un valore alla nostra terra che a volte viene trascurata".

Giovanni Chessa - Nuoro

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