Pubblichiamo oggi la lettera aperta al presidente Pigliaru della Fondazione di partecipazione Nurnet, la rete dei Nuraghi, circa la polemica sorta in questi giorni sul possibile cambio di appellativo, da "Giganti" a "Eroi", alle statue di Mont'e Prama.

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"Egregio presidente Pigliaru,

sarà arrivata anche a Lei la polemica riguardante la pretesa modifica dell'appellativo dato alle statue di Mont’e Prama.

La campagna di marketing istituzionale lanciata nei giorni scorsi, infatti, esplicitamente modifica l'appellativo di Giganti a favore di Eroi, portando delle ragioni che a noi appaiono del tutto ingiustificate.

Il dibattito e la polemica partono da lontano, da quando l'emerito professor Lilliu li chiamò Giganti e l’indicazione fu raccolta unanimemente, o quasi, da tutta la letteratura e il marketing territoriale specifico.

Di recente però, il neo insediato soprintendente Di Gennaro, nel corso di un convegno pubblico, ha affermato, rivolgendosi a un assente sindaco di Cabras, e per estensione a tutti noi Sardi, l'invito a vergognarsi per aver usato la dizione Giganti.

Questo fatto è offensivo perché appare come il gesto arrogante di un prefetto, peraltro arrivato in Sardegna solo da qualche giorno e all’oscuro di gran parte dei dibattiti in corso, o almeno dei loro vari aspetti.

Lo stesso direttore scientifico della campagna pubblicitaria, dottor Alessandro Usai, scrive sui cartelloni pubblicitari affissi in giro per la Sardegna: 'Eroi o giganti? L'archeologia ritrova e racconta la storia di Mont'e Prama e della civiltà nuragica, senza pregiudizi di alcun genere, solo per nutrire il presente con il passato più vero che ci sia, quello della ricerca scientifica’. Affermando quindi, nei toni e nei concetti, l'esistenza di 'pregiudizi' di un 'passato più vero che ci sia', così da far eco a oltre un decennio di disamistade fra studiosi appassionati, cultori di archeologia e storia della Sardegna, versus il mondo accademico e delle soprintendenze, sempre più chiuso nel fortino della propria affermazione.

Si tratta della stessa persona che, inopinatamente ma pubblicamente, chiese la censura delle opinioni degli innumerevoli appassionati di storia e archeologia sarda.

Tuttavia non ha niente di scientifico la denominazione di eroi, in quanto è sconosciuto il ruolo degli inumati di Mont'e Prama. Così come, ancora oggi, non è certo che quella fosse la loro esatta ubicazione, che stessero in piedi, in un equilibrio statico improbabile. Così come è improbabile che i chiusini dei tombini fungessero da appoggi delle statue.

Un sentimento di stupore e deferenza, per l'immobile potenza e la dimensione inusuale, è la probabile ragione che ha indotto la fantasia popolare ad attribuire la denominazione di 'Giganti' alle statue di Mont'e Prama.

Analogamente per le sorprendenti sepolture nuragiche che da tempo immemorabile vengono chiamate 'tombe di giganti' e per le 'domus de janas', nere e misteriose spelonche che l'immaginazione della gente ha voluto assimilare a dimore delle fate.

Tutti appellativi fantasiosi, ma altrettanto sintomatici dell'affettuoso rispetto che il popolo sardo nutre verso questi straordinari monumenti, preziosa eredità di un lontanissimo passato, a cui si vorrebbe cambiare nome e percezione popolare.

Quindi, mentre le dizioni 'domus de janas' e 'tombe di giganti' sono state benevolmente accettate, almeno per il momento, dai responsabili di settore delle 'istituzioni', non altrettanto avviene per la voce 'giganti', cancellata d'ufficio con 'un'operazione doverosa e salutare per la promozione della cultura sarda', finalizzata ad 'eliminare una confusa ibridazione, che toglie qualcosa dell’identità assolutamente umana…' delle statue di Mont'e Prama.

La lettera, con l'elencazione delle incongruità della campagna pubblicitaria, potrebbe continuare a lungo ma non vogliamo rubare ulteriore tempo.

Ciò che chiediamo è che la Giunta da Lei presieduta prenda atto del disappunto di tantissimi Sardi stanchi dei soprusi che la storiografia della Sardegna subisce, ormai dai tempi nuragici, e che faccia quanto possibile per eliminarne almeno gli aspetti più eclatanti e non bonariamente sopportabili".

Fondazione di Partecipazione Nurnet

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