Pubblichiamo oggi la testimonianza di un episodio accaduto all'intero del Liceo Scientifico Fermi di Alghero, che parla di un atteggiamento discriminatorio ai danni di un cittadino disabile di Alghero. La denuncia arriva dal presidente provinciale dell'Uici (Unione Italiana Ciechi) di Sassari.

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"Gentile redazione,

cito testualmente quanto riportato da un testo della Feder F.I.D.A. – Federazione Italiana Diritti Animali Onlus: "Il cane guida rappresenta gli occhi per il non vedente e quindi non deve essere allontanato dal diversamente abile visivo che accompagna".

Parto da queste parole per raccontarvi una palese violazione della legge 60/2006, accaduta il 13 aprile 2018 alle 10.30, al Liceo Scientifico "Enrico Fermi" di Alghero, dove io, Francesco Santoro, presto servizio in qualità di centralinista, essendo cieco.

Ho accolto all’interno dell’istituto scolastico (nell’androne), il signor Gabriele accompagnato dal suo cane guida e in compagnia di una signora, perché desiderava salutarmi e chiedermi un’informazione di tipo amministrativo che lo riguardava.

Mentre fornivo al signore le notizie da lui richieste e scambiavamo alcuni momenti sulla vita e sulle situazioni che affronta il cieco, si è presentato il vice-preside, intimando agli ospiti l’abbandono dell’istituto poiché in compagnia del cane guida, affermando che la presenza del cane stesso, notoriamente provvisto di peli, potesse causare problemi di allergie agli studenti (nessuno studente era presente al momento).

Il signor Gabriele ha garbatamente informato il vice-preside che la legge gli consente di far entrare il cane ovunque, senza limitazioni, e che era provvisto del libretto sanitario che attestava la salute dell’animale. Di fronte al palese imbarazzo e difficoltà che l’ospite in quel momento evidenziava, ho preferito chiedere cortesemente agli ospiti di uscire con me nel cortile per evitare inutili sceneggiate da chi chiaramente ha dimostrato l’assoluta ignoranza della legge e l’indifferenza totale per i sentimenti che quella persona provava in quel momento sentendosi discriminato, al punto tale che fra le lacrime mi ha chiesto: 'Allora, anche chi viene in carrozzina in questa scuola non può entrare?'.

Come dipendente di quell’istituto ho preferito non discutere col vice-preside per rispetto all’Istituzione che mi accoglie, riservandomi alla fine delle mie ore lavorative, come presidente provinciale dell’Uici di rendere noto questo episodio che la racconta tutta sul livello e sul grado di preparazione di quelli che dovrebbero essere gli educatori e i formatori degli studenti che ogni giorno incontrano la diversità lungo il percorso della vita quotidiana.

Non aggiungo altro, certo che questo lasci a voi il tempo di riflettere sull’atteggiamento incivile e per niente educativo che questo rappresentante delle istituzioni ha trasmesso a chi era presente durante il fatto.

Parlare di inclusione e integrazione è, per quello che mi riguarda, già una forma di esclusione, perché mi sento uomo, cittadino e lavoratore esattamente uguale a quelli che hanno la fortuna di essere chiamati normodotati. Pertanto, mi auguro anche a nome dei ciechi e ipovedenti che rappresento in questa provincia, che questo episodio aiuti le istituzioni a capire quanto sia importante la parola 'rispetto' attraverso la comprensione delle diversità, sorgente e linfa dell’avvicinamento e del dialogo tra le persone con particolare attenzione al mondo dell’educazione scolastica".

Vi ringrazio per la pazienza,

Francesco Santoro, presidente Provinciale Uici Sassari

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