Pubblichiamo la risposta dell'Università di Cagliari alla denuncia di una studentessa sulla, a suo avviso, difficile situazione, e in particolare per chi è in debito di esami, dei corsi di laurea in lingue attivati dall'Ateneo.

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"Gentile redazione,

in merito alla lettera della studentessa S.P. sulla situazione dei corsi di laurea in lingue, rispondiamo ad alcune delle affermazioni in essa presenti che hanno creato allarmismo in una struttura che conta un'utenza molto numerosa.

1) Non corrisponde a verità che le sessioni d'esame sono solo tre. Gli appelli previsti dal regolamento dei corsi di lingue sono sei per anno (maggio, giugno, luglio, settembre, gennaio e febbraio). A questi, per le prove orali, si aggiungono due ulteriori appelli (ottobre e dicembre) riservati agli studenti fuori corso. La scelta di non fare più di sei appelli (otto per i fuori corso), come più volte spiegato, ha l'obiettivo di consentire che la didattica non venga continuamente interrotta dagli esami. In tal modo gli studenti possono seguire i due semestri di insegnamento (da ottobre a dicembre e da marzo a maggio) e avere il tempo di concentrarsi sugli esami nei mesi di sospensione delle lezioni - maggio, giugno, luglio, settembre, gennaio, febbraio- nel rispetto degli obblighi di legge per i quali non deve esservi sovrapposizione tra esami e attività didattica.

Dati quantitativi di anni precedenti hanno mostrato che appelli mensili non danno risultati migliori né in termini di percentuale di superamento degli esami (e dunque di diminuzione dei fuori corso) né in termini di aumento della media dei voti ottenuti; al contrario, ne risulta una dispersione nella frequenza degli insegnamenti, condizione particolarmente nociva per i corsi di lingua straniera per i quali i riscontri mostrano che la frequenza regolare e assidua produce percentuali di successo statisticamente significative.

In merito al numero di appelli, è opportuno ricordare che l'Italia è l'unico paese in Europa in cui esiste un problema di "fuori corso". In tutte le facoltà europee, lo studente ha diritto a sostenere lo stesso esame per un numero limitato di volte.

2) Non corrisponde a verità che "alcuni esami vengono superati solo dal dieci per cento degli studenti". Il dato non trova alcuna conferma per nessuna tipologia d'esame. In particolare per le lingue straniere, che ci pare siano il problema di S.P., le percentuali di superamento degli esami per i frequentanti vanno dal 70 al 90% (con variazioni per lingua e per anni di studio), già dal primo appello per coloro che frequentano regolarmente lezioni ed esercitazioni e che sostengono le prove intermedie previste per consentire una valutazione in itinere e per alleggerire il carico della prova finale.

Percentuali di superamento sensibilmente più basse riguardano gli studenti che, sebbene da tempo fuori corso, non partecipano alle iniziative e agli incontri promossi dai Corsi di laurea. Citiamo, fra questi, le riunioni e i successivi corsi di recupero organizzati ad hoc tramite reclutamento di tutor; i corsi di riallineamento svolti all'inizio dell'anno accademico (in presenza e on-line) al fine di consentire il recupero dei debiti di conoscenze in ingresso. Iniziative che paradossalmente sono state ignorate proprio da coloro che avrebbero dovuto maggiormente seguirle. Ci chiediamo dove fosse S.P. in quelle occasioni e, se impossibilitata a parteciparvi, come mai non abbia contattato i docenti tutor, i docenti di riferimento degli esami impossibili da superare, le coordinatrici di Corso di laurea o i rappresentanti degli studenti.

Pur nella comprensione delle eventuali difficoltà personali, non ci sembra inutile a questo punto ricordare che anche nelle facoltà umanistiche è necessario essere preparati per superare gli esami. I Corsi di laurea e l'Ateneo non traggono nessun vantaggio dal ritardare le carriere dei propri studenti (anzi!), ma laureare studenti senza che questi abbiano acquisito le competenze per le quali pagano le tasse sarebbe la peggiore scelta possibile.

Cordialmente".

Francesca Chessa e Antonietta Marra - Coordinatrici dei corsi di laurea in Lingue e comunicazione e in Lingue e culture per la mediazione linguistica

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