Pubblichiamo oggi lo sfogo di un lettore che ha perso il proprio figlio alla 25esima settimana di gestazione, nel più profondo dolore e con molte domande aperte.

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Gentile redazione,

scrivo per segnalare quanto accaduto a me e alla mia fidanzata. Lei era incinta; il 25 febbraio, alla 25esima settimana di gestazione, ricoverata al policlinico di Monserrato abbiamo saputo che il cuoricino del nostro bambino aveva smesso di battere.

Dal 26 febbraio sono sorti altri problemi, e solo dopo tre intensi giorni con ancora il feto morto in pancia, la mia fidanzata è riuscita ad avere le contrazioni.

Quello che trovo grave è il fatto che i medici fanno il loro giro delle pazienti solo al mattino e, dopo questo momento, le donne vengono lasciate senza particolare assistenza. Mi chiedo ad esempio se sia normale che non esista un'assistenza psicologica professionale per fornire un supporto morale a queste povere donne … in questo caso stiamo parlando di una donna con un feto morto da tre giorni in pancia!

Questa lamentela l'ho fatta presente anche in direzione medica dove mi hanno effettivamente ascoltato dandomi ragione, ma credo che ciò non sia sufficiente e occorra, piuttosto, intervenire con i fatti.

Al momento del parto, poi, l'ostetrica ha fatto firmare un foglio da presentare al Comune, in questo caso nascita e morte, e ha fatto presente dell'obbligo dei funerali, cosa di cui al momento, davanti ad una disgrazia del genere, non ci siamo più di tanto interessati.

Dopo le dimissioni della mia fidanzata, ci siamo recati in direzione medica per chiarimenti sull'obbligo dei funerali e qui pare abbiamo toccato un tasto dolente.

Faccio presente che secondo la legge italiana l'obbligo dei funerali intercorre a partire dalla 28esima settimana di gestazione, e il nostro bambino era alla 25esima, ma dalla direzione medica hanno istituito una normativa interna che prevede il funerale fin dalla 20esima. Peccato che la loro circolare non venga distribuita nei vari reparti e in particolare in sala parto, dove diventa importante il foglio che rilascia l'ostetrica.

Noi, in particolare, volevamo donare il feto per studi scientifici dato che il Policlinico è un ospedale universitario, ma da come ci hanno trattati pareva quasi che il nostro desiderio fosse unicamente dovuto a non voler spendere soldi per i funerali: siamo addirittura stati accompagnati ad un altro piano, dalle assistenti sociali, dove ci hanno spiegato che a chi rifiuta il funerale viene presentato un foglio dove si dà il consenso allo smaltimento rifiuti per il feto morto.

Mi chiedo se sia normale far firmare un foglio del genere. Diversamente si rimane nell'anonimato, ma così non si può avere il referto dell'autopsia.

Ho anche colto una certa insistenza dall'ospedale per la celebrazione del funerale all’interno della stessa struttura, e francamente mi chiedo il perché: noi alla fine ci siamo arrangiati per i fatti nostri facendo un piccolo funerale privatamente.

Ringraziando per l’attenzione, spero che queste mie segnalazioni servano a mettere un po' di chiarezza su pratiche che dovrebbero essere affrontate in modo diverso, soprattutto nel rispetto della profonda sofferenza dei soggetti coinvolti.

Cordiali saluti".

Daniele Meloni

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