Pubblichiamo oggi il racconto di una giovane mamma residente nella provincia di Cagliari. Una vicenda triste e difficile, ma che racconta del grande cuore dell'Isola.

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"Gentile redazione,

sono la mamma di un bellissimo bimbo.

Lo scorso anno mi sono separata da mio marito dopo molti anni di matrimonio. Dopo la sentenza della separazione il giudice ha assegnato a me e mio figlio l'appartamento dove abitavamo.

Dopo la separazione il mio ex ha riscattato la casa, intestandola a un parente. Nei giorni scorsi si è presentato a casa nostra il curatore dello sfratto per consegnare il relativo documento e dandomi soltanto 30 giorni a disposizione per sgomberare la casa.

L'avvocato di mio marito mi ha contattato facendo la proposta di fare un contratto rinnovabile ogni anno, ma io non ho accettato perché voglio una vita serena e stabile, per me e mio figlio. Ho esposto il mio grave problema ad autorità e istituzioni, ma ad oggi non ho avuto alcun aiuto. Ad eccezione degli amici, che si sono prodigati in una vera e propria gara di solidarietà, per aiutarmi a trovare una nuova sistemazione che fosse compatibile con le mie possibilità economiche e con le necessità di mio figlio.

Scrivo, dunque, questa lettera con l'unico motivo di raccontare una storia in cui non vorrei mai cadesse qualche altra mamma. E per denunciare una giustizia italiana che, a mio avviso, non fa nulla per garantire serenità e tranquillità ai minori: se non avessimo avuto l'aiuto degli amici, mi chiedo a quest'ora io e mio figlio che fine avremmo fatto.

Per fortuna che a questo mondo, se esistono storie tristi e disumane, è altrettanto vero che esistono anche molte persone dotate di buon cuore.

A differenza di mio figlio, nato e cresciuto qui, io non sono sarda né italiana, ma posso dire di aver trovato nell'Isola e nella provincia di Cagliari un'umanità capace di farmi sentire a casa, anche quando una casa, quella vera, mi è stata tolta.

Grazie di cuore per l'ospitalità e l'attenzione".

Lettera firmata* - Cagliari

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