Pubblichiamo oggi la risposta di un nostro lettore, originario della Sardegna ed emigrato a Torino, ai dubbi sollevati da un concittadino sardo sulla situazione di possibile pericolo ambientale a Gadoni.

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"Gentile redazione,

anche io sono nato a Gadoni e risiedo per lavoro al Nord Italia. Sono figlio di minatore di lungo corso e mio padre ha lavorato a Funtana Raminosa per oltre 40 anni e sono per di più un Perito chimico.

Da qualche anno ho in corso una ricerca storica sulla miniera di Funtana Raminosa. Tale ricerca ha portato me e i miei collaboratori (geologi, Periti chimici, e periti minerari) ad effettuare delle accurate indagini anche con analisi di laboratorio in più punti della miniera, sia all'interno che all'esterno di questa. Pertanto definisco i risultati ottenuti abbastanza attendibili.

Uno dei capitoli del mio lavoro è infatti dedicato ai minatori e alle malattie professionali derivanti dal lavoro in miniera.

Che Gadoni sia sotto attacco dal punto di vista dei tumori non credo sia da mettere in discussione.

Piuttosto analizzerei meglio il lato dell'argomento da cui potrebbe derivare tale problema.

Negli ultimi anni annoveriamo nel paese due tipi di spopolamento: il primo dovuto alla mancanza di lavoro; il secondo all'altissima percentuale di mortalità. Il mio ragionamento va sul secondo punto.

Gadoni è stata per tanti anni legata a un'impronta agropastorale e l'inizio dello sfruttamento della miniera di Funtana Raminosa ebbe inizio a livello industriale solo dal primo decennio del 1900.

In tale contesto non possiamo tralasciare di indicare che il paese con l'industrializzazione ha vissuto anche di un notevole aumento demografico che faceva in modo di avere un certo numero di morti che si compensava ampiamente con il numero delle nascite, tant'è che Gadoni superava i mille abitanti.

Il numero delle mortalità non era dovuto, almeno da quanto dichiarato in sede di stesura del certificato di morte, ad esiti tumorali anche perché, sino alla fine delle attività della miniera che avvenne nel 1995, la medicina sui tumori aveva ancora poco da dire e da specificare.

E inoltre mi sia consentito di aggiungere che all'interno della miniera che più volte ho visitato, grazie alle autorizzazioni e dalla collaborazione avuta dall'Igea, non esistono accumuli di materiali provenienti dall'esterno ma semplicemente quelle parti di roccia/minerale non portato in superficie a causa della chiusura della miniera stessa.

La parte più inquinante dell'attività mineraria penso piuttosto sia da annoverare nelle attività dell'impianto di separazione (la laveria).

Il mio compaesano parla di falda acquifera inquinata. Probabilmente non ricorda che il paese di Gadoni è alimentato da una sorgente della zona chiamata Manischeddu, che dista parecchio dalla miniera.

Ed è altresì vero che l'acqua intubata alla sorgente, con tubazioni composte da materiale abbastanza recente, arriva nel deposito avente dimora in cima al paese per poi a caduta entrare in tutte le case di Gadoni.

Oso affermare inverosimile l'ipotesi che Asl, Arpa, Corpo Forestale e Comune di Gadoni in testa, nel rispetto delle leggi e della normativa vigente che sembra essere abbastanza precisa, non effettuino le previste analisi di laboratorio atte a dare alla nostra acqua una certificazione di potabilità e impiegabilità totale e assoluta.

Pertanto credo sia più plausibile la ricerca dell'altissima mortalità di natura tumorale in altre direzioni proprio nel momento in cui si cerca di ridare un'identità alla miniera per un nuovo sviluppo di essa anche se ad indirizzo turistico.

Sono molto più propenso a pensare che la causa della moria di tante persone (e nello scrivere questa parola mi vergogno in mente tanti amici e soprattutto strettissimi parenti deceduti di recente) sia dovuta allo sversamento e sotterramento in più punti della zona mineraria di materiali altamente tossici e inquinanti.

È sotto gli occhi di tutti, e dico "occhi", non "bocca", che una delle ditte aveva dichiarato fallimento dopo aver incassato i fondi regionali senza aver dato nessun tipo di futuro agli ex lavoratori della miniera.

Il problema principale è tutt'oggi che nessuno tra gli enti pubblici citati riesce a vedere che in un anno in un paese di poco più di 750 anime ne sia morta una percentuale altissima di malattie a principale derivazione tumorale.

Tutti i cantieri della miniera danno sfogo alle loro acque di falda nel torrente Saraxinus che va a confluire nel Flumendosa che alimenta una buona fetta della Sardegna. E non mi sembra di aver sentito che i paesi che si alimentano da queste acque siano oggetto di particolari patologie tumorali provenienti dall'inquinamento di tali acque.

Le ricerche da me effettuate mi portano oltre. Nel paese di Gadoni esistono ben due miniere distinte e separate; una è Funtana Raminosa e l'altra è Giaccuru. Nella seconda, per il breve periodo che era in attività, vi hanno lavorarono ben 520 anime provenienti da tutti i paesi confinanti con Gadoni. E cioè Aritzo, Laconi, Belvi, Tonara, Seulo e Sadali.

Tenuto conto che non mi risulta in nessun modo che in tali paesi ci sia un tale tasso di mortalità dovuta a tumori del livello riscontrata a Gadoni ritengo infondata anche la seconda tesi espressa dal mio paesano.

Pertanto mi permetto di ribadire che l'alta mortalità dovuta a patologie derivanti da tumori di vario tipo siano da addebitare solo ed esclusivamente a fattori esterni alla miniera.

Mi sento, da gadonese prim'ancora che sardo e italiano, di suggerire a tutti gli Enti provinciali, regionali e statali di inviare a Gadoni personale specializzato che vada a porre in correlazione, se questa dovesse esistere, la presenza dei materiali nascosti in vari posti del sito minerario con l'alta mortalità dovuta a patologie tumorali.

Colgo l'occasione per inviare un sincero e cordiale saluto a tutta la Sardegna, che sempre è nel mio cuore.

Un ancor più grande e doveroso abbraccio, ovunque essi siano, a tutti i miei compaesani di Gadoni morti per l'argomento in questione, che non potrò più rivedere e riabbracciare".

Walter Deidda - Torino

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"PERCHÉ TANTI TUMORI A GADONI?":

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