"Cara Unionedelcuore,

le lettere che ho letto in questi giorni mi hanno fatto capire che non sono l’unico ad aver passato delle feste poco serene, e in fondo i miei problemi di cuore sono poca cosa a confronto delle storie difficili che ho letto.

Io qualcuno ce l’ho, presente, leale e complice. Solo che non è una donna, ma il compagno con cui ormai da quattro anni divido la mia vita a Cagliari.

Insieme abbiamo una vita piena, allegra e serena, la nostra casa curata in ogni dettaglio, le nostre amicizie, la quotidianità di tutte le coppie, tanti progetti e la felicità di ritrovarci nella nostra intimità dopo una giornata di lavoro.

Tutto bene, almeno fino a qui, perché ogni anno durante le feste di Natale raggiungiamo le rispettive famiglie, che ignorano la nostra unione e tante delle cose importanti che ci sono successe in questi quattro anni. È come se mettessimo una maschera, ci salutiamo sulla porta e ci mettiamo in modalità finta, ogni anno ci pesa di più, ci guardiamo e con un sospiro ci diamo appuntamento a dopo Natale.

Nessuno dei due ha ancora avuto il coraggio di dire niente ai nostri genitori, anche se davanti ai parenti capitano sempre le stesse insopportabili domande, tipo “ma non hai la fidanzata? e tu quando ti sposi? ma dei nipotini?”. Io uso l’ironia e dico che sono pieno di donne per passare da single allergico ai rapporti stabili, mentre il mio compagno le vive come pugnalate e si intristisce.

Solo mia sorella è al corrente, ormai da anni, perché dice di averlo sempre saputo che ero gay. E lei ogni volta mi minaccia e dice che se non mi sbrigo a gettare la maschera lo farà lei per me. Lo fa per affetto, perché vuole che riesca a sentirmi finalmente me stesso, e perché dice che conta vedermi felice, non importa se con un uomo o una donna.

Ora che sono tornato a casa, nella mia realtà, vorrei aver fatto quel discorso ai miei genitori, perché non ne posso più, perché lo devo al mio compagno e a me stesso. Ma lo dico ogni anno, e poi temporeggio e vigliaccamente evito. Fino al prossimo Natale.

Vedo che a scrivere in questa posta ci sono diversi genitori di figli ormai adulti e vi chiedo: con quali parole un figlio può dare una notizia del genere?

Roby L. (prov. di Cagliari)

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