Pubblichiamo oggi la lettera di un giovane padre di Carbonia cui è andata a fuoco l'auto nella notte. Il mezzo era utilizzato dall'uomo per il suo lavoro e il sostentamento della sua famiglia, e la speranza è che con l'incendio non debbano andare in fumo anche i sogni e i progetti di una vita.

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"Gentile redazione,

sono un ragazzo di 38 anni, padre di due bambine di un anno e dodici anni, che per andare avanti si da da fare con tanti piccoli lavori. Una vita non certamente semplice, ma che mi permette con tutte le difficoltà quotidiane di portare avanti con grande dignità la vita mia e della mia famiglia.

Questa notte, rientrato a casa dopo il lavoro, sono stato informato dai vicini che la mia auto, un fuoristrada che utilizzo per il mio lavoro di trasportatore di legna, stava bruciando proprio sotto casa.

Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine pare sia bruciata da sola, forse per un cortocircuito, ed è quello cui voglio credere perché non ho nemici né vicende personali o professionali che mi fossano far pensare a qualcosa di diverso. Certo è che da stanotte la mia vita è cambiata, perché quello era il mezzo che mi permetteva di mettere il pane sulla mia tavola e mantenere la mia famiglia.

Un mezzo che mi era costato anni di fatica e sacrifici, solo per pagare le gomme ci sono voluti sette mesi.

Mi auguro anche che si sia trattato davvero di un incidente, e non del meschino frutto di qualche 'bravata' o peggio. Perché se già prima la situazione era pesante, ora è diventata insostenibile.

La mia speranza, al momento, è dunque quella di poter trovare un mezzo sostitutivo che mi possa aiutare ad andare avanti, e ciò che mi auguro è che pubblicando questa lettera qualcuno mi possa indirizzare ad una soluzione che sia per me economicamente sostenibile.

Perché non mi rassegno all'idea che con l'incendio della mia auto debba andarsene in fumo anche il futuro mio e della mia famiglia. Non è giusto, non deve essere così".

Grazie per la vostra attenzione,

Enrico Codolesu - Carbonia

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